L’operazione ‘Polvere di Stelle’ contro il caporalato in Veneto, condotta dai carabinieri del Gruppo tutela lavoro di Venezia e dal nucleo carabinieri Ispettorato del lavoro di Vicenza, finisce con l’emissione di una quinta misura di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un cittadino di nazionalità marocchina. 

Sono complessivamente 5 le misure eseguite dal novembre 2020 nei confronti di altrettanti soggetti, tre di nazionalità marocchina, uno albanese e una donna italiana, ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro nei confronti di decine di cittadini marocchini, alcuni dei quali irregolari sul territorio nazionale. Coinvolte tre aziende agricole della bassa padovana, due del basso vicentino e una trentina nel veronese. 

“L’operazione – spiega Giosuè Mattei, Flai Cgil Veneto – nasce da segnalazioni molto dettagliate, fatte dal nostro sindacato tra aprile e maggio 2019. Tra i destinatari del provvedimento cautelativo anche una consulente del lavoro vicentina, che con le sue conoscenze aiutava gli altri indagati a sfruttare i lavoratori. Il modus operandi era quello classico: la costituzione di cooperative spurie che facendo leva sulla condizione di bisogno di lavoratori extracomunitari li costringeva con il ricatto a orari di lavoro insostenibili, li sottopagava, facendoli vivere in condizioni abitative indegne di un paese civile. Questo è il classico esempio di caporalato 4.0, favorito e reso più difficile da smascherare da professionisti che si prestano a questa pratica illegale”. 

“Per la Flai Cgil – sottolinea Davide Fiatti, segreteria nazionale della categoria – la lotta allo sfruttamento e al caporalato è un’assoluta priorità. Gravissimo il coinvolgimento di colletti bianchi nell'agevolare le attività dei caporali. Il ricco nord est sta scoprendo che nessun settore produttivo è immune da questo odioso fenomeno. Il sindacato è e sarà sempre al fianco di tutti i lavoratori sfruttati”.