La Funzione pubblica della Cgil restituisce un premio ricevuto da Confintesa, per "distanza profonda dal punto di vista sindacale ed etico" nella gestione della campagna elettorale per il rinnovo delle Rsu del settore pubblico. Lo rende noto lo stesso sindacato.

Il caso è dovuto alla "proposta" di un riconoscimento economico, in cambio di candidature e voti per il rinnovo delle Rsu nel pubblico impiego. Una modalità, scrive la Fp, che "richiama alla memoria pratiche deprecabili di monetizzazione del voto, messa in atto da un’organizzazione sindacale, nello specifico da Confintesa Funzione Pubblica". Come si legge, infatti, nel sito dello stesso sindacato, "Confintesa Fp regala benefit e premi di risultato se organizzi una lista che vanno da 200 euro per ogni lista che otterrà almeno 5 voti e 20 euro per ogni voto ottenuto dopo i primi 5".

Si tratta di una modalità che pubblicamente la Fp Cgil denuncia, attraverso la restituzione di un premio che la segretaria generale, Serena Sorrentino, aveva ricevuto dalla confederazione Confintesa lo scorso anno. L'occasione era “Il giorno dopo: Donna tutto l’anno”, per l’impegno nell’azione sindacale. In una lettera inviata al presidente di Confintesa, Massimo Visconti, che accompagna la restituzione del premio, Serena Sorrentino scrive: “Pur comprendendo il senso profondo del gesto che sto compiendo, sono a restituirvi tale riconoscimento in virtù di una distanza profonda, dal punto di vista sindacale ed etico, da ciò che sta caratterizzando la campagna elettorale per il rinnovo delle Rsu nel settore pubblico della vostra organizzazione di categoria di Funzione pubblica”.

La segretaria generale della Funzione pubblica Cgil denuncia, infatti, le modalità di Confintesa Fp in questa campagna elettorale per le elezioni delle Rsu nel pubblico impiego, che si terranno il 5, 6 e 7 aprile prossimi: “La remunerazione con compensi legati alla quantità di voti raccolti è qualcosa che muove la mia coscienza nella condanna di una tale distorsione della ricerca del consenso e della mistificazione della libertà di voto”. Pratica che “ferisce e sconcerta chiunque abbia a cuore la difesa della democrazia nel suo senso ed esercizio”.

Per questa ragione Sorrentino restituisce il premio: “Non posso che segnare una distanza assoluta nei confronti di questa campagna che lede l’immagine e l’onorabilità della funzione della rappresentanza. In questo caso la diversità tra organizzazioni non è solo di politica sindacale, di scelte contrattuali e negoziali ma etica e morale”, conclude.