“Orientare le ingenti risorse europee e il Pnrr affinché si possa continuare a produrre acciaio a ridosso della città”. A dirlo è la Fiom Cgil di Terni, nel corso della sua assemblea generale. “Ambiente e lavoro devono essere i pilastri per far uscire il nostro territorio dalla crisi”, spiega la categoria, rimarcando che per questo motivo è necessario “aprire un percorso di confronto con soggetti diversi dal sindacato, istituzioni, università, associazioni ambientaliste, associazioni di cittadini e studenti, perché finalmente si possa cominciare a orientare le ingenti risorse europee”.

Sono tre le direttrici da seguire: pensare a “nuovi processi e nuove tecnologie capaci di rendere la siderurgia ancora più verde di quanto non sia già la produzione da forno elettrico” (che è per eccellenza una forma di economia circolare); lotta alla precarietà, perché come rilevato da Ires e Cgil di Terni, il poco lavoro che sì è creato sul territorio “è precario, spesso somministrato e non più legato ai picchi produttivi, ma alla volontà delle imprese di ‘abituare’ i lavoratori a non rivendicare la stabilità”; regole per il sistema degli appalti, che produce instabilità e livelli salariali sempre più bassi.

“In questo senso - sottolineano le tute blu della Cgil - lo sciopero che abbiamo promosso alla Teseo parla a tutto l’indotto Ast, perché riteniamo inaccettabile che si possa fare lo stesso lavoro dei diretti, sobbarcandosi però i turni notturni e festivi semplicemente perché pagati di meno".

In conclusione, la vendita di Acciai Speciali Terni: “Chiediamo al management di usare, nei giorni che ci separano dall’arrivo della nuova proprietà e dalla discussione del piano industriale, un atteggiamento corretto e responsabile, orientato al rispetto della dignità di chi lavora e delle corrette relazioni industriali che hanno fatto la storia del sito e del nostro territorio”.