Sciopero nazionale dei lavoratori somministrati di Poste italiane mercoledì 15 dicembre, con presidio a Roma in viale Europa, proclamato da Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp dopo aver valutato negativamente l'atteggiamento dell'azienda e i ritardi del ministero dello Sviluppo economico nel convocare l'incontro richiesto dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. "Non è più accettabile il permanere della condizione di precarietà nella quale si trovano i 420 lavoratori in missione da circa tre anni, che si sono distinti per professionalità e continuità, in particolar modo assicurando il servizio durante i lockdown - spiegano le tre categorie in una nota -. Per questo auspichiamo che il Mise si faccia garante degli impegni sottoscritti, chiamando Poste alle proprie responsabilità nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie, anche per evitare che si affermi un meccanismo di precarietà generale nella più grande azienda di Stato nel nostro Paese". Dopo la proclamazione dello stato di agitazione nazionale, il 30 novembre si è tenuto un incontro al ministero del Lavoro per la cosiddetta “procedura di raffreddamento” prevista per legge. L'esito però è stato negativo: l'azienda non si neppure presentata.