Croci bianche, caschetti gialli da cantiere, e una rosa rossa. Si è presentata così piazza Santi Apostoli a Roma, per la manifestazione indetta dai sindacati dei lavoratori edili Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil per dire "Basta alle morti sul lavoro". Dopo un minuto di silenzio in memoria dei caduti, sul palco sono saliti alcuni Rlst (responsabili per la sicurezza territoriali), i tre leader di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, e i tre segretari generali di categoria Alessandro Genovesi, Enzo Pelle e Vito Panzarella.

In apertura Gianni Lombardo, l'Rlst della Fillea, ha letto una lettera inviata dalla madre di un giovanissimo edile, morto alcuni mesi fa in un cantiere: “Urlo il mio dolore anche a nome di tante altre mamme - ha detto -, tante altre mogli, tante altre famiglie come la nostra, devastate dalla perdita di un loro caro affinché le istituzioni facciano veramente qualcosa di concreto, non se ne può più di parole, parole, parole che volano nel vento come le ali spezzate di chi si è recato al lavoro senza fare più ritorno a casa”.

“Nessun incidente avviene per caso - ha poi affermato il segretario Fillea Alesandro Genovesi -, ma è sempre il risultato finale di scarsa formazione, o di mancanza di investimenti, o di imprenditori che ricorrono a contratti collettivi in dumping. O ancora perché a prendere un appalto sono imprese non strutturate, che rincorrono squadre di partite Iva, di cottimisti. Per cui se il tempo è denaro, per loro la sicurezza è una perdita di tempo, e quindi di profitti”

“Oggi - ha continuato - si scontrano due modelli di intendere la ripresa: una visione dove il cottimo è la regola, l’azienda senza dipendenti il modello, la sicurezza una perdita di tempo, e la precarietà la normalità. Quindi la crescita è meramente a vantaggio di pochi. Oppure una crescita che alimenti il lavoro stabile e sicuro, che riconosca le differenze e le professionalità e favorisca qualità e innovazione, investimenti e formazione, organizzazioni del lavoro più stabili e strutturate. Gli stessi incentivi e il superbonus devono andare solo ad aziende strutturate, con personale stabile. E se l’Agenzia delle entrate vuol veramente evitare che i soldi pubblici vadano a dei truffatori che non hanno aperto nemmeno un cantiere, oltre a richiedere il bonifico parlante chieda anche al nostro sistema, all’Inps o all’Inail il Durc di congruità per tutti i lavori che superano i 70 mila euro. Così avrà la certezza che i cantieri sono veri e operativi”

Infine, una battuta sulle pensioni: “Voglio consegnare un messaggio al governo e alle forze politiche. Noi chiediamo che per gli edili ci sia una super Ape social con 63 anni di età e 30 di contributi e che tale riconoscimento di gravosità sia reso strutturale. Perché siamo consapevoli della discontinuità della carriera media di un edile, e che un quarto degli incidenti mortali coinvolge over 60 e il 35% i lavoratori tra i 50 e 59 anni”.

“Questa manifestazione - ha poi detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini - ha un significato importante. Perché non parla solo ai lavoratori e alle lavoratrici edili, ma a tutto il Paese. E pone con molta forza un problema decisivo, quello di rimettere al centro la sicurezza sul lavoro”. “ In Italia - ha continuato -, il tessuto produttivo è fatto di tantissime imprese di piccole e medie dimensioni, quindi serve un sistema che non determini soltanto un maggior controllo, ma anche assistenza per far rispettare le norme e per la formazione di cui abbiamo bisogno. Noi siamo di fronte a un problema importante, cioè che le persone che lavorano nello stesso luogo, nello stesso cantiere, pur facendo lo stesso lavoro spesso non hanno gli stessi diritti, né le stesse tutele. Questo mette repentaglio la salute dei lavoratori, ma mette anche in competizione persone che per vivere hanno bisogno di lavorare.”

Infine, un passaggio sulle pensioni e sulla mobilitazione dei sindacati: “Martedì avremo un importante incontro a Palazzo Chigi. Il governo ha convocato Cgil Cisl e Uil per parlare della legge di bilancio. Tra le molte cose che diremo, ci sarà anche che non possiamo continuare ad avere un sistema pensionistico con regole uguali per tutti. Perché l'aspettativa di vita è diversa a seconda del lavoro che si fa. Dobbiamo insomma costruire un sistema che al suo interno abbia una forma di solidarietà, altrimenti si rischia che le nuove generazioni mettano in discussione la credibilità stessa dell'intero sistema”.