Raccogliere la sfida del Green Deal europeo, che prevede la “carbon neutrality” entro il 2050, utilizzando le risorse nazionali ed europee per la transizione ecologica e creando nuovi posti di lavoro proprio attraverso la green economy: è l'obiettivo dell’”Avviso comune sulla decarbonizzazione del settore cemento e la transizione ecologica”, sottoscritto dai sindacati delle costruzioni FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil e da Federbeton.

“A luglio – si legge nell’accordo – la Commissione europea ha presentato il pacchetto climatico ‘Fit for 55’, che si pone come obiettivo la riduzione del 55% entro il 2030 delle emissioni di gas a effetto serra e la ‘carbon neutrality’ nel 2050. L'industria del cemento rappresenta uno dei settori più energivori nel panorama manifatturiero nazionale: è responsabile della produzione del 5% del totale della Co2 emessa nel Paese, con una media di sostituzione calorica di combustibili tradizionali con Combustibili solidi secondari (Css) nei forni da cemento pari al 20,3%, contro una media europea del 47%. Ora, però – spiegano i firmatari dell’Avviso comune - vogliamo essere protagonisti della transizione ecologica: i lavoratori e le aziende del settore rappresentano un pezzo della nostra storia industriale e un elemento importante per la ripartenza economica del Paese, che passa per il rilancio dell'edilizia, la messa in opera di infrastrutture moderne, sicure ed efficienti, la riqualificazione dell'immenso patrimonio pubblico e privato”. 

L’Avviso comune, che riporta i dati di uno studio realizzato dalla società di consulenza Kpmg, prevede un piano di investimenti per un totale di 4,2 miliardi di euro, oltre a extra-costi operativi per circa 1,4 miliardi annui.  “Crediamo fermamente nella centralità del Pnrr quale strumento strategico per il rilancio del Paese”, è scritto nel documento. “Bisogna inserire il settore cemento tra i comparti destinatari delle risorse nazionali ed europee finalizzate a traguardare la transizione ecologica dell'economia, e per farlo intendiamo attivare un coordinamento permanente con i ministeri interessati, primo fra tutti il Ministero della transizione ecologica”.

Soddisfatti i sindacati: “Tra gli elementi positivi – dichiarano i segretari nazionali Feneal, Filca, Fillea, Fabrizio Pascucci, Claudio Sottile, Tatiana Fazi – c’è che una parte degli investimenti è diretta al mantenimento degli attuali livelli occupazionali, anche con una maggiore formazione della forza lavoro impiegata verso il green jobs. Ma l'obiettivo – spiegano - è creare addirittura nuovi posti di lavoro nell'ambito dei processi di decarbonizzazione”. 

“L'industria del cemento vuole essere protagonista della transizione ecologica”, ha affermato il Presidente di Federbeton, Roberto Callieri. Le nostre imprese sono pronte a investire energie e risorse in una sfida ambiziosa e senza precedenti. Siamo di fronte a un'occasione di crescita e rinnovamento, non solo per l'industria, ma anche per l'intero sistema Paese. Gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 si intrecciano, infatti, a livello nazionale, con un'altra emergenza che chiama la filiera ad assumere un ruolo centrale, quella infrastrutturale. Il patrimonio rappresentato da ponti, viadotti, gallerie, porti, ospedali, scuole e molto altro ha urgente bisogno di manutenzione e rinnovamento e quindi di materiali affidabili, sicuri e sostenibili come il cemento e il calcestruzzo”, ha concluso Callieri.