Davvero i segnali ci sono, purtroppo, tutti. E i timori di lavoratori e lavoratrici palermitani e dei sindacati sembrano proprio avere fondamento.

Mentre 621 persone attendono di sapere quale sarà la propria sorte nel cambio di appalto della gestione del call center di ITA, Covisian, la società che si è aggiudicata l’appalto di ITA, pubblica in queste ore annunci di reclutamento per la propria sede in Romania per un servizio per cui “le risorse selezionate forniranno assistenza telefonica, gestendo le esigenze dei clienti di una prestigiosa compagnia aerea”.

Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil lo avevano denunciato quanto il bando di gara per il servizio clienti telefonico di ITA è stato pubblicato, non conteneva la clausola sociale ed era evidente che si giocava sul massimo ribasso. Eppure il servizio per Alitalia era stato svolto in maniera ineccepibile dai dipendenti della sede palermitana di Almaviva, insieme ai colleghi di Rende. Non solo quei posti di lavoro erano a rischio, ma nulla vincolava il vincitore dell’appalto al nostro Paese. Ed oggi le più fosche previsioni sembrano avverarsi.

Scrivono in una nota le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil: “Ora appare tutto più chiaro: un appalto evidentemente al massimo ribasso e senza riferimenti alla clausola sociale sta producendo i frutti che abbiamo denunciato dal primo momento, l’ennesima delocalizzazione di un’azienda, per di più ad intero capitale pubblico. Con buona pace del Ministro Orlando e della Vice Ministra Todde che stanno in queste ore lavorando a norme più stringenti contro le delocalizzazioni”.  

“Tutto questo è semplicemente vergognoso”, concludono i dirigenti sindacali,  621 lavoratrici e lavoratori, con anni di esperienza alle spalle, verranno di questo passo buttati fuori dal ciclo produttivo e sacrificati sull’altare dei profitti. Non c’è che dire…inizia davvero bene la storia di ITA. Ora si capisce perché nessuno abbia ancora ritenuto di dover convocare il tavolo più volte richiesto da queste Organizzazioni Sindacali”.

Leggi anche