È muro contro muro tra i sindacati dei trasporti e Ita, la ex Alitalia. A scaldare gli animi è l'idea di un nuovo contratto nazionale per il personale navigante e di terra. Ipotesi che non è affatto piaciuta ai rappresentanti dei lavoratori che oggi (25 agosto) hanno incontrato a Roma i vertici della nuova società aerea. La piattaforma di questo teorico nuovo ccnl è infatti ancora poco definita nel dettaglio e sprovvista di riferimenti. In più, c'è il ridimensionamento della flotta e degli organici, la mancata inclusione delle attività di handling e manutenzione e soprattutto l’uscita di Ita dall’associazione datoriale Assaereo; uscita che potrebbe configurare, appunto, la mancata applicazione dell'attuale contratto collettivo nazionale di lavoro. 

I sindacati temono "condizioni altamente penalizzanti per i lavoratori" e contestualmente un "autolesionistico" dumping salariale che potrebbe vanificare gli effetti dell’articolo 203 del decreto Rilancio, rendendolo paradossalmente inesigibile per un’azienda di proprietà dello stesso Stato che ha emanato la norma. "Nelle prossime ore – è la conseguenza – verranno comunicate tutte le iniziative propedeutiche allo sciopero di 24 ore proclamato per il 24 settembre, che al momento è confermato".

Al tavolo il presidente di Ita, Alfredo Altavilla, pur ribadendo che l'azienda non avrebbe alcun collegamento e dovere nei confronti di Alitalia e di Alitalia Cityliner, in amministrazione straordinaria, ha illustrato a grandi linee i temi principali relativi alla partenza e allo sviluppo del piano industriale della nuova realtà industriale.

Si partirà, come indicato in precedenza a mezzo stampa, con 52 aeromobili e un totale di 2.800 dipendenti, per traguardare a termine piano 105 aeromobili e circa 5.750 lavoratori. Altavilla ha comunicato che Ita parteciperà alla gara per aggiudicarsi il marchio Alitalia e che sarà valutata la possibilità, in caso di opportunità industriale, di partecipare alle gare per aggiudicarsi le due aree due aree di manutenzione con quota di minoranza come indicato dalla Commissione europea e di handling, con quota di maggioranza come da accordi con Bruxelles.

“Servono risposte per 10.500 lavoratori e non solo dei 2.800 che Ita vuole assumere”. Così il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito al termine dell’incontro con i vertici di Ita: “Abbiamo chiesto un allargamento della vertenza a  livello governativo, con il coinvolgimento dei ministeri del Lavoro, dello Sviluppo Economico, dei Trasporti e dell'Economia che è l'azionista di maggioranza perché servono risposte che la nuova compagnia non può dare da solo''.

''Inoltre – prosegue il dirigente nazionale della Filt Cgil – abbiamo stigmatizzato l'uscita di Ita da Assaereo, l’associazione datoriale che applica il contratto collettivo  nazionale, una cosa paradossale da parte di una società' che è controllata dallo Stato e che va contro le norme del decreto Rilancio sull’applicazione dei minimi contrattuali previsti dal contratto nazionale. Per tutte queste ragioni – ribadisce infine Cuscito – abbiamo confermato lo sciopero unitario di 24 ore indetto per il 24 settembre".