I valori sono sempre gli stessi, non muoiono mai. Quelli che ispirarono la Resistenza facendo da guida nella guerra di Liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Quei valori li ritroveremo domani, 11 agosto, a Firenze, quando per celebrare il 77° anniversario della Liberazione della città, si ritroveranno in piazza della Signoria lavoratori, ex partigiani, mondo dell'associazionismo, semplici cittadini a manifestare tutta la loro solidarietà e vicinanza ai metalmeccanici della Gkn, in lotta da oltre un mese contro i 422 licenziamenti – ma con gli addetti degli appalti interni si sfiora quota 500 –, decisi dalla multinazionale britannica che si occupa di componenti destinate all'industria automobilistica.

Alle 7,30 saranno proprio i lavoratori della Gkn a suonare la 'Martinella', la campana del Bargello, il palazzo da sempre simbolo del potere fiorentino dall'epoca delle signorie medioevali. Quella campana ha suonato di fronte alle emergenze, per segnalare che la città era in pericolo. L'ultima volta che si sentirono i suoi rintocchi, era nel novembre 1966, in occasione dell'alluvione di Firenze.

"Stavolta, l'emergenza è sociale – spiega a Collettiva Alessandro Neri, del circolo Di Vittorio, il circolo della Camera del lavoro dell'Anpi fiorentina –, e coinvolge tutta la città e non solo, visto che lo sblocco dei licenziamenti deciso dal governo sta provocando disastri su tutto il territorio. Come Anpi, sia nazionale che provinciale, abbiamo ritenuto doveroso stare vicini dando tutto il nostro appoggio ai lavoratori della Gkn, identificando nell'11 agosto, data di Liberazione della città, il loro momento di resistenza che stanno vivendo contro la chiusura della fabbrica e la perdita dei posti di lavoro per una nuova solidarietà collettiva. Oggi non c'è più la dittatura politica di allora, ma c'è una dittatura economica ugualmente pericolosa, fatta di multinazionali senza scrupoli, che ci ritroviamo a dover combattere. E i valori del passato sono sempre attuali, non dobbiamo dimenticarceli mai".

Intanto, la mobilitazione dei lavoratori della Gkn procede senza soste. "Sta andando benissimo - afferma Matteo Moretti, dipendente Gkn e delegato Fiom Cgil Firenze, interpellato da Collettiva –, il presidio e l'assemblea permanente formato da lavoratori Rsu e collettivo di fabbrica all'interno dello stabilimento perdura dal 9 luglio sono solidi e unitari. Abbiamo ricevuto la solidarietà di tutti. Penso all'iniziativa organizzata dai lavoratori dello spettacolo, che più di tutti hanno subito i postumi della pandemia, con il reiterato blocco dell'attività. Ma abbiamo ricevuto l'appoggio un po' da tutto il mondo del lavoro. Purtroppo, non va altrettanto bene sul piano della vertenza. Nell'ultimo incontro del 4 agosto, la proposta del governo parla di ritiro dei licenziamenti e apertura di ammortizzatori sociali per cessazione di attività, eventualità che vorremmo scongiurare a tutti i costi".

Anche perché, ricorda il sindacato, l'azienda godeva di buona salute e la scelta di chiudere è stata improvvisa, frutto di speculazioni di natura finanziaria. "Una scelta incomprensibile – commenta Moretti –, dettata unicamente dal profitto, derivante dalla delocalizzazione all'estero della nostra produzione in paesi come Polonia o Slovenia. Così come assurdo è stato l'iter che ha portato ai licenziamenti collettivi, comunicati con una email, quando fino al giorno prima si era discusso di prepensionamenti ed esodi volontari, circoscritti a poche unità lavorative". 

"Di fronte a tanta ingiustizia, noi siamo qui dentro, a difendere i macchinari, in parte ancora imballati – robotica di ultimo modello –, che il management vorrebbe portare all'estero. Noi non ci arrendiamo. Siamo piccoli, è vero, e da soli non possiamo farcela, perché è impossibile combattere contro lo strapotere delle multinazionali, che spesso, oltre ad avere a disposizione un mondo fatto di precari e di finte partite Iva, si servono di governi compiacenti e aggirano anche le leggi. Ma la nostra è diventata una vertenza nazionale. Per questo, lanciamo un messaggio a tutti i lavoratori, come fecero nel 1944 i partigiani che scesero dalle colline di Firenze, per una mobilitazione collettiva che portò alla liberazione della città. Solo così, con l'aiuto di tutti, possiamo vincere".

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