Comune di Milano, Confcommercio e Confesercentii firmano in prefettura il 'protocollo per il divertimento responsabile'. "Peccato che per chi lavora in quel settore ci sia poco da divertirsi", affermano in una nota unitaria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil Milano -. Innanzitutto, avremmo auspicato un coinvolgimento nel percorso che ha portato alla firma di questa mattina, ma evidentemente: Prefettura, Comune, Confoncommercio e Confesercenti preferiscono avere relazioni con chi sottoscrive contratti con sindacati non comparativamente più rappresentativi. Anche e non solo per queste ragioni, abbiamo negato il contributo economico incautamente chiesto all’Ente Bilaterale dei Pubblici Esercizi da noi cogestito assieme ad Epam, che in questa vicenda ha preferito collaborare con soggetti “estranei” agli accordi sottoscritti con Confcommercio su rappresentanza e rappresentatività.

"Nel protocollo si legge che - L’Associazione italiana sicurezza sussidiaria: 'si impegna a promuovere (tra le società associate) prezzi calmierati per l’impiego di personale specializzato per le finalità del presente protocollo.'. Ci piacerebbe comprendere meglio e  nello specifico, i compiti affidati a questo personale specializzato ma impiegato a prezzi calmierati. Un’idea davvero “innovativa” in settori con la più alta concentrazione di lavoro grigio-nero e dove, chi lavora, vive una situazione precaria da tempo. A Milano la vetrina più importante sta per arrivare e poco importa chi sarà sacrificato per raggiungere l’obiettivo. Auspichiamo che questo protocollo possa servire per garantire una movida sicura a Milano, ma siamo convinti che  le condizioni di chi verrà impiegato per le finalità dello stesso, saranno peggiorative".

"Protocollo movida e lavoro. Se ne parla tanto in questi giorni. Condivido ragioni e finalità che portano alla firma del protocollo ma rimango basito da come nessuno dei soggetti firmatari abbia deciso di coinvolgere chi rappresenta i lavoratori e i cittadini dei comitati". Così Massino Bonini, segretario generale Cgil Milano, intervenuto su Facebook.

"Nella politica di oggi ormai è certo che la parola partecipazione è vuota. Quali sono i nodi sindacali? Due.. Viene coinvolta un’associazione (Aiss) che riunisce aziende (quante non si sa) che forniscono lavoratori dedicati ad un compito parecchio delicato. Ai confini con l’ordine pubblico. Questa associazione fa applicare un contratto nazionale firmato con l’Ugl (come quello dei rider). Per noi illegittimo, perchè non firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi cioè Cgil, Cisl, Uil (concetto più volte condiviso da norme e giurisprudenza). I contratti Ugl hanno stipendi e diritti più bassi. Questo è uno dei motivi per cui chiediamo una legge sulla rappresentanza", rileva il dirigente sindacale.

"Secondo. Gravissimo.. All’articolo.6 I firmatari del protocollo a partire dal Comune di Milano, l’Aiss stessa hanno sottoscritto la seguente frase: “promuovere tra le società associate (ad Aiss prezzi calmierati per l'impiego di personale specializzato”; un pò come dire apprendista con esperienza… Cioè, viene chiesto all’associazione di far pagare meno il costo del personale impiegato. Una follia! Siamo alla vigilia di una campagna elettorale importante per la città. Se questo è il modo pratico di parlare di lavoro c’è da arrossire per la vergogna", precisa il sindacalista.

"Cosa avremmo potuto fare se presenti al tavolo? Il nostro mestiere. Per chi rappresentiamo ma anche per gli interessi collettivi. Individuare le mansioni (se assenti dai nostri contratti) inserirle solo per la provincia di Milano in accordo con le imprese e chiedere un protocollo di lavoro di qualità nella ristorazione, nei pubblici esercizi e nella vigilanza. Fare quindi il mestiere dei sindacalisti aiutando anche la nostra comunità. Noi non possiamo tollerare concetti squalificanti sul lavoro! A Milano si deve parlare di lavoro di qualità . Chiediamo da tempo di formalizzare un impegno politico del genere. Non si devono fare scelte per lavoro sottopagato in un settore già colpito da mancati rinnovi contrattuali, grigio, nero e illegalità diffusa", aggiunge l'esponente Cgil.

"Contrasteremo in ogni sede il protocollo per farlo modificare e per far valere il diritto ad avere condizioni di lavoro dignitose. Infine una domanda al Comune di Milano: Cosa si pensa della qualità del lavoro nella città? E di quei settori in particolare? La firma è un’ingenuità tecnica, un errore, una svista o la si pensa proprio così?! O una cieca esigenza elettorale? Attendiamo fiduciosi una risposta. Chiara e di merito", conclude Bonini.