Fare rendita sulla pelle dei lavoratori. Ingrassare i portafogli di un manipolo di investitori del fondo inglese Melrose, licenziando 422 operai della Gkn nella provincia di Firenze. Ecco quello che è successo a Campi Bisenzio. È il capitalismo, bellezza, nella sua fase terminale, in cui chi ha il potere di fare le scelte e prendere le decisioni spingendo un bottone da qualche parte nella City di Londra manda sul lastrico 422 famiglie di operai italiani. È l’un per cento più ricco che ormai succhia il midollo e neanche si preoccupa più di strozzarsi con l’osso, perché, superata ormai anche la fase (e la frase) anni Ottanta del greed is good, la cupidigia è cosa buona, l’unica logica è quella senza alcuna logica del tutto e subito, della realizzazione dei profitti a qualunque costo. Cosa c’entri esattamente una fabbrica virtuosa e piena di commesse Stellantis FCA, Bmw e Audi, che produce semiassi, con i conti in banca di un fondo di investimenti è difficile da spiegare. Come è difficile da spiegare, a questi lavoratori, l’impotenza del governo, della politica, che appare sempre più ininfluente di fronte alle imprese in genere e alle multinazionali in particolare. Avevano una chance, prorogare il blocco dei licenziamenti. Ma non l’hanno potuta (e voluta) cogliere, nonostante le richieste e le proteste reiterate dei sindacati.

“L’avviso comune firmato a poche ora dalla fine del blocco è la cosa migliore che noi potevamo ottenere – spiega Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Firenze e Prato -. Persino Confindustria Firenze, cui la Gkn è iscritta, si è schierata contro la decisione di chiudere e licenziare”.

E in che modo, poi. Con una lettera inviata in chat o in mail ai lavoratori, nel giorno di ferie collettive frutto di accordo. Intorno alle 10 di mattina di venerdì, con lo stabilimento vuoto, neanche fosse uno scherzo, mentre gli operai leggevano increduli il diktat aziendale di consumare ferie e permessi al fine di restare a casa fino al 22 settembre, giorno in cui dovrebbero scattare i licenziamenti, i sindacati ricevevano una pec ufficiale. “Un fulmine a ciel sereno, non c’era stato alcun sentore di una decisione di questa gravità da parte dell’azienda. Che ha altri stabilimenti in Italia ma, per decisione del fondo, deve risparmiare 150 milioni di sterline nei prossimi anni. Se mi chiedi perché abbiano voluto colpire proprio qui – continua Calosi – ti rispondo che non lo so, ma forse è una vendetta contro una fabbrica molto sindacalizzata”.

“Com'erano tutti esagitati quando bisognava togliere il blocco dei licenziamenti, oggi sono tutti esagitati a dire: caspita, questa è la barbarie – ha detto Michele De Palma, segretario nazionale Fiom –. È chiaro che noi eravamo per prolungare il blocco dei licenziamenti, ma dinnanzi alla volontà irrinunciabile di Draghi e del ministro di tornare indietro, abbiamo messo in atto un meccanismo che dice alle imprese: prima di licenziare devi mettere in campo gli ammortizzatori sociali, che sono a disposizione a costo zero, quindi un'azienda che decide di licenziare in questo contesto manifesta ulteriormente l'atto di violenza. È un omicidio preterintenzionale, lo hanno costruito prima. Non possiamo essere alla mercè di mercenari, se la situazione non cambia è evidente che si rischia uno scontro vero".

La notizia, arrivata nella tarda mattinata di ieri, è la convocazione al ministero dello Sviluppo Economico giovedì 15 luglio alle ore 14. Impossibile capire adesso se c’è qualche margine di trattativa rispetto a questa chiusura. Davanti ai cancelli di Campi Bisenzio i lavoratori sono in presidio e in assemblea permanente e continuano a timbrare il cartellino, mentre la Fiom ha mandato all’azienda, tramite pec, una diffida.

La rabbia e la voglia di trovare una soluzione, per centinaia di lavoratori, la maggior parte over 40 e con tanti anni di esperienza alle spalle, è tanta. Ma il quadro nel Paese si fa sempre più preoccupante. Lo scenario drammatico immaginato dai sindacati – e non solo – per il post sblocco sta diventando dura realtà e si va componendo giorno per giorno con le notizie di licenziamenti e chiusure un po’ ovunque adesso che il primo luglio è passato da giorni e le imprese hanno mano libera. È il capitalismo, bellezza…