La povertà non risparmia nessuno, in nessun territorio. I dati diffusi dal centro di ascolto della Caritas diocesana di Reggio Emilia fotografano uno stato di difficoltà che riguarda anche i giovani. Numeri che confermano quanto emerso recentemente dal rendiconto sociale dell’Inps: sono circa 10mila i “nuovi poveri” nel 2020 nella provincia emiliana, cittadini che hanno usufruito del reddito di emergenza e di cittadinanza. 

“L’equivalente degli abitanti di un paese di media grandezza in sostanza non ce la fa – afferma Cristian Sesena, segretario Cgil Reggio Emilia -. È necessario intervenire subito e in modo mirato: dare gambe al patto di contrasto alle nuove povertà siglato da parti sociali e istituzioni, destinando risorse all’occupazione di giovani e donne in maniera verificabile e condizionata all’effettiva capacità delle imprese di offrire occasioni occupazionali stabili e durature”.

Inoltre, occorre favorire l’incontro tra domanda e offerta, investendo su istruzione e formazione. Enti locali, associazioni datoriali e sindacati devono partire dall’avviso comune siglato da governo e parti sociali sulla gestione del post-blocco dei licenziamenti, non limitandosi però solamente a difendere l’occupazione esistente, ma ponendosi l’obiettivo di crearne di nuova e buona. 

“La quantità da sola non basta – dice Sesena -. L’investimento in qualità del lavoro non è più rinviabile. Le risorse che arriveranno dall’Europa nei prossimi anni dovranno essere utilizzate per innovare il nostro sistema produttivo e di welfare e la bontà dei cambiamenti dovrà essere misurata attraverso la cartina tornasole del lavoro. Non solo dal totale dei posti in più generati bensì dalla effettiva qualità dell’occupazione creata e dal tasso di dignità connessa, si comprenderà se questa decisiva sfida per il futuro sarà vinta”.