L'ultima strage è avvenuta in Piemonte. In un piccolo centro della provincia di Cuneo, Cossano Belbo, due operai, di 57 e 46 anni, sono morti dopo essere caduti dentro una cisterna, profonda alcuni metri, in una azienda vinicola.

Il fatto è avvenuto nel pomeriggio di oggi (venerdì 4 giugno). Stando alle prime testimonianze i due lavoratori sono stati estratti incoscienti dai soccorritori, che hanno tentato di rianimarli per venti minuti, ma invano. Oltre all'elisoccorso sono intervenuti i vigili del fuoco di Alba e Santo Stefano Belbo, insieme ai carabinieri. Da accertare la dinamica di quanto accaduto. 

"Siamo addolorati e sconcertati - è il commento a caldo del segretario generale della Cgil di Cuneo, Davide Masera -. Alla fine del 2019 avevamo indetto una manifestazione per denunciare la situazione gravissima, rappresentata materialmente dai numeri, perché quell'anno nella nostra provincia il numero dei morti era stato lo stesso che a Torino. Ma come vedete le cose non cambiano. Manca il rispetto delle norme di sicurezza, è un fatto culturale".

"È ancora morte sul lavoro, ancora una volta in provincia di Cuneo. Due operai di una azienda vinicola di Cossano Belbo sono caduti in una cisterna e sono deceduti - scrivono in un comunicato congiunto le segreterie di Cgil e Flai Cgil provinciali -. Un’altra notizia tragica, un altro incidente sul lavoro, una strage che non si arresta e cresce, nonostante gli appelli, le buone intenzioni, le manifestazioni e le proteste delle lavoratrici e dei lavoratori, le richiesta avanzate ai governi, a tutti, da anni, affinché si affrontino i nodi cruciali del sistema lavoro in Italia, la precarietà e la mancanza di regole, il buco nero del lavoro non dichiarato, lo sfruttamento. Non parliamo più di incidenti sul lavoro, perché questa è una strage consapevole che ha dei responsabili. Siamo sconvolti, colpiti di nuovo nella nostra realtà, a pochi giorni dal presidio unitario dedicato alla sicurezza sul lavoro. Oggi ci stringiamo intorno ai familiari e ai colleghi delle vittime, è il momento del lutto, della rabbia. Domani ritorneremo ancora, e ancora fino a che sarà necessario, a chiedere che la vita delle persone valga sempre, che il lavoro ritrovi il significato di sostegno, di appoggio, e non di pericolo e di morte".