Un operaio è morto sul lavoro in una fonderia a Torbole Casaglia, nel Bresciano. Lo riferiscono i Vigili del Fuoco di Brescia che sono stati avvisati ma non sono intervenuti perché per il recupero del corpo, caduto in una botola, non si é reso necessario il loro intervento. 

L'uomo, Vasile N., 55 anni, è precipitato da una decina di metri. Ai sanitari, chiamati dai colleghi dell'operaio, non è rimasto che constatarne il decesso sul colpo. L'incidente è avvenuto poco prima delle 14 nello stabilimento di via Travagliato.

Proprio oggi i sindacati lombardi hanno manifestato sotto il palazzo della Regione nel quadro della mobilitazione nazionale "Fermiamo la strage sul lavoro", organizzata da Cgil, Cisl e Uil e partita lo scorso 20 maggio.

L'operaio morto oggi nella Fonderia del bresciano è l’ottava vittima in occasione di lavoro solo nell’ultimo mese in Lombardia.

Questa mattina circa trecento sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, arrivati da tutta la Regione, sono scesi in piazza sotto Palazzo Lombardia per dire “Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro”, per chiedere con forza a Regione Lombardia, alle associazioni datoriali e alle aziende un’azione concreta e condivisa di prevenzione degli infortuni e delle morti sul lavoro.

Per Alessandro Pagano, segretario generale Cgil Lombardia (QUI il video integrale del suo intervento): “Serve volontà politica per garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Le risorse ci sono, le dichiarazioni anche, ma i ritardi si accumulano e continuiamo a contare i morti. La politica deve prendersi le sue responsabilità mettendo gli investimenti in sicurezza al primo posto. Poi c’è il tema dell’organizzazione del lavoro che sta in capo alle imprese. I datori di lavoro devono garantire tutte le misure necessarie all’incolumità di lavoratrici e lavoratori all’interno dei processi produttivi. Gli infortuni sul lavoro non sono fatalità ma hanno responsabilità precise. Le persone devono poter andare al lavoro sapendo che è tutto in ordine e organizzato per impedire qualsiasi tipo di infortunio”.

(Un passaggio dell'intervento di Alessandro Pagano, segretario generale Cgil Lombardia)

Ugo Duci, segretario generale della Cisl Lombardia, ha sottolineato: “Ormai assistiamo ad una strage quotidiana. Questa Regione deve smetterla di prendere impegni, di fare promesse e non realizzare niente di quel che servirebbe per evitare questa strage. Servono 800 ispettori , professionisti della prevenzione e dei controlli. Perché senza i controlli e le verifiche in tante in tante aziende la sicurezza viene messa sotto il tappeto. Noi noi siamo certo contro il profitto delle imprese, ma le persone, le donne, gli uomini, la salute e la vita devono venire sempre prima di ogni profitto. Non si può risparmiare sulla vita delle lavoratrici e dei lavoratori. E allora servono i professionisti necessari, bisogna realizzare percorsi di formazione che riguardino i datori di lavoro e anche i lavoratori. Bisogna fare azioni concrete!”.

Per Danilo Margaritella, segretario generale Uil Lombardia: “Operai, facchini, muratori, braccianti: a morire sono i lavoratori più umili, quelli che nemmeno ci ricordiamo che esistono, quelli che soffrono ogni giorno. Quei morti sono sono gli ordini di cibo che vogliamo avere entro poco portati da chi non ha tutele e che deve correre per guadagnare così come il gadget tecnologico comprato online che arriva dopo un giorno dall’ordine consegnato da lavoratori obbligati a ritmi insostenibili e disumani. Serve restituire operatività ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza, rafforzare il sistema dei controlli e l’attività ispettiva nei luoghi di lavoro, fare formazione vera. E su tutto questo pretendiamo un impegno vero della Regione”.

Stamattina al presidio sono intervenuti i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e anche gli attori del Teatro Officina, che hanno riproposto due intense letture tratte da loro produzioni dedicate alla salute e alla sicurezza sul lavoro.