"Nel 51esimo anniversario dell’approvazione dello Statuto dei lavoratori apprendiamo che il governo Draghi è intenzionato a cancellare il limite del 40 % dei lavori in subappalto, a generalizzare il massimo ribasso come criterio di aggiudicazione degli appalti e a modificare i criteri dell’avvalimento nella partecipazione degli appalti. Consideriamo questo provvedimento un atto ostile nei confronti dei lavoratori edili". Così, in un comunicato unitario, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil della Lombardia.

"Negli appalti, se viene cancellato il limite del 40% di subappalto senza inserire il vincolo di 1 solo livello di sub appalto, come più volte abbiamo richiesto, gli effetti nefasti si scaricheranno sui lavoratori comprimendo, fino a cancellarli, i diritti sindacali contrattualmente definiti. Il massimo ribasso poco si concilia con opere eseguite a regola d’arte. Le risorse pubbliche devono favorire la crescita, l’innovazione e la riqualificazione del settore edile, per il bene di tutta la comunità", proseguono i sindacati. degli edili.

"Realizzare le opere edili in tempi brevi non deve equivalere all’ulteriore destrutturazione del settore. Se si vuole semplificare, si deve inserire in ogni cantiere la timbratura digitale di inizio e fine orario di lavoro con la tessera sanitaria del lavoratore, si deve inserire la patente a punti alle imprese, la carta di identità professionale edile (Cipe) del lavoratore. Ripartenza e rilancio del Paese non significano cancellazione delle regole sul lavoro. Non siamo disponibili a scambiare la ripartenza con l’eliminazione dei contratti di lavoro e delle misure su sicurezza e formazione", aggiungono le organizzazioni dei lavoratori.

"Nei prossimi giorni si svolgeranno le assemblee per discutere con lavoratrici e lavoratori. Contrasteremo con la mobilitazione, fino allo sciopero generale del settore, gli attacchi alle tutele e ai diritti dei lavoratori.", concludono le tre sigle di categoria.