La corsa dei rider Just Eat prosegue. Va avanti da quando il sindacato è riuscito a strappare all'app l'accordo che prevede l'assunzione dei suoi ciclofattorimi secondo le regole del contratto nazionale della logistica. Significa che "il lavoretto" si trasforma in lavoro con diritti e tutele: un salario e non il cottimo, ferie, malattie, straordinari, assicurazione anti-infortuni e congedi con il vincolo di non far scendere il compenso orario al di sotto dei 9 euro. 

Il percorso è iniziato a marzo scorso e via via procede nelle città coperte dal servizio di consegna a domicilio. L'ultima a unirsi all'elenco è Cagliari dove sono 120 i rider assunti. Per i sindacati è una lunga battaglia vinta. Massimiliana Tocco, che nella città sarda è responsabile della Filt Cgil, parla di un momento storico per questa categoria di lavoratori negli ultimi anni divenuta emblema dell'assenza di diritti. ma è anche - e ancora - un punto di partenza. Il prossimo obiettivo è che, anche a seguito delle recenti inchieste, delle sentenze dei tribunali e delle decisioni prese dall'Ispettorato del lavoro, anche le altre app si adeguino e assumano i propri rider nel rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro.  

Per una conquista, una nuova lotta: perché intanto Glovo, da Milano, annuncia che dimezzerà i compensi per le singole consegne. A che serve il sindacato? A trasformare gli schiavi in lavoratori.