Delocalizzazione quasi totale dell'attività in Polonia e 409 licenziamenti: il piano strategico di Elica, multinazionale marchigiana di Francesco Casoli (ex senatore di Forza Italia), leader  mondiale delle cappe per cucina, è più che lacrime e sangue, un colpo mortale per Fabriano. “La ricaduta occupazionale sarebbe devastante considerando anche l'indotto – avvertono i sindacati dei metalmeccanici del territorio, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil – visto che si prevede di spostare all'estero oltre il 70% dei prodotti attualmente allocati nei siti di Mergo e Cerreto d’Esi. Un ulteriore passo verso la desertificazione industriale e l'impoverimento del territorio. C’è invece bisogno di un cambio di rotta per costruire invece un futuro dove l’area del fabrianese torni ad essere un punto di riferimento per l’industria di tutto il Paese”.

Secondo i sindacati delle tute blu la vertenza Elica diventa allora un banco di prova fondamentale: “Potrebbe essere un modello per tutte le altre aziende se non ci sarà un ripensamento della strategia”, avvertono le tre sigle, che per questo hanno proclamato per martedì 11 maggio una giornata di mobilitazione su tutto il territorio fabrianese contro le delocalizzazioni, con tre ore di sciopero (9.30-12.30) per i lavoratori delle aziende del “bianco” e dell'elettrodomestico, compreso l'indotto. Prevista anche una manifestazione con concentramento alle ore 10 nel piazzale della Jp Industries (ex Antonio Merloni), luogo simbolo “dell'inizio del declino”. Il corteo raggiungerà poi la sede di Elica.