“Come Cgil Cisl e Uil esprimiamo fortissima preoccupazione riguardo allo sconfortante sviluppo della discussione intorno all’art.177 del Codice degli Appalti”. È quanto si legge in una nota unitaria di Cgil, Cisl, Uil. “In ogni occasione possibile cerchiamo di stimolare la politica ad occuparsi seriamente di questa tematica che non trova alcun fondamento nella normativa europea di riferimento, ma che rischia nel nostro Paese, allo scadere della proroga (ad oggi 31 dicembre 2021), di creare grandissimi danni occupazionali e altrettanti disastri agli importantissimi servizi interessati dalla tematica in oggetto (acqua, energia elettrica, gas, rifiuti)".

Secondo i sindacati "obbligare infatti i titolari di concessioni ad affidare l’80% dei propri contratti all’esterno ha due enormi conseguenze: creare disservizi agli utenti, nell’erogazione di questi servizi essenziali (e presumibilmente nelle bollette delle famiglie) e creare una possibile “tempesta perfetta” nel peggior momento possibile, ovvero creare precarietà dove invece esiste buona occupazione (si stima che sarebbero in pericolo circa 145.000 posti di lavoro a livello nazionale), proprio in un periodo di piena pandemia e proprio nel momento in cui andrebbe a cadere il divieto dei licenziamenti".

"Crediamo che il buonsenso debba prevalere, visto che tutte le parti interessate, Arera compresa, auspicano la medesima soluzione e siamo disponibili fin da subito ad un serrato confronto con i ministeri interessati per una soluzione definitiva e condivisa della problematica”. “Ovviamente- concludono i sindacati- siamo pronti alla mobilitazione per difendere un modello d’impresa che fin qui ha funzionato ed a combattere un modello povero, che ha già mostrato tutti i segni del fallimento in tanti settori industriali e nell’edilizia”, termina la nota.