Siglato a Genova un accordo sullo smart working. Al tavolo Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e il Rina, colosso della certificazione. La trattativa, avviata a fine 2019, dopo una battuta d’arresto causa pandemia, è giunta a conclusione ieri (8 marzo).

L’intesa, che riguarda circa 1.600 dipendenti a livello nazionale e che entrerà in vigore dal primo aprile prossimo, "definisce la volontarietà dello smartworking - spiega il comunicato sindacale - ovviamente al netto di situazione emergenziali come quelle occorse con il covid, e la possibilità di scegliere il periodo di utilizzo (6, 8 o 12 giornate al mese). Inoltre è stato inserito il diritto alla disconnessione, che meglio definisce l’orario di lavoro con le indicazioni circa lo spegnimento dei dispositivi informatici e telefonici".

Nella trattativa è stato inserito il riconoscimento del buono pasto anche al personale in smart e la flessibilità dell’orario in entrata, con una fascia oraria prevista tra le 7,30 e le 10. "Al fine di rendere permessi e congedi parentali effettivamente esigibili, è stata definita in modo più compiuto la loro fruizione, con una penalità prevista sia per chi non li utilizza sia per l’azienda che non li dovesse concedere".

Nel referendum online l'84,2% dei lavoratori ha approvato l'accordo e in due assemblee alle quali hanno partecipato circa 400 dipendenti il 97% dei partecipanti ha espresso il proprio gradimento.

“Abbiamo portato a casa un buon risultato – commentano i segretari di Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Enrico Poggi, Mauro Scognamillo, Giuseppe Nocerino – è stato un anno difficilissimo per tutti e mai come in questo periodo ci si è resi conto della necessità di definire regole efficaci ed esigibili, rispetto all’organizzazione del lavoro. Con lo smart working è cambiato tutto e c’era la necessità di ricontrattare regole e ridefinire perimetri completamente stravolti dalla pandemia”.