È un vero e proprio pasticcio quello che a Bologna ha visto protagonista Tper, società per azioni a totale partecipazione pubblica, impegnata nella gestione del trasporto nella provincia felsinea. A causa del dispiegarsi di una serie di azioni, due soggetti pubblici hanno permesso a una multinazionale straniera di accaparrarsi una importante fetta del bilancio municipale. Così l'azienda compartecipata da Regione e Comune si è vista sfilare dal portfolio la gestione della sosta dal colosso dell'energia Engie.

Dal pubblico al privato. Tutto è iniziato quando nei mesi scorsi l'Agenzia per la mobilità ha deciso di mettere sul mercato il servizio di gestione delle strisce blu. Un'attività del valore di 15 milioni di euro per quattro anni che vede impiegati 140 ausiliari. Il sindacato si è immediatamente impegnato nello stipulare un accordo a garanzia della stabilità occupazionale e della continuità nell’erogazione dei servizi appaltati. I problemi sono arrivati in seguito: nel dicembre scorso, Tper è stata esclusa dal bando di gara europeo a causa di un difetto di notifica di documenti alla stazione appaltante permettendo al gruppo temporaneo di imprese guidato dalla francese Engie di aggiudicarsi l’appalto.

Le mani sulle strisce blu. Le preoccupazioni dei sindacati per il cambio di gestione non riguardano soltanto l'assoluta novità nel panorama bolognese (un consorzio di imprese tra cui una straniera, che gestisce un settore fin qui sempre amministrato da soggetti locali e pubblici) ma anche i dubbi legati alla tenuta occupazionale del settore, dal 2014 gestito da Tper in subappalto. "Dal punto di vista industriale – spiega il segretario generale della Filt di Bologna, Andrea Matteuzzi, è stato messo in discussione il governo, il controllo e la gestione della mobilità sul nostro territorio. Purtroppo abbiamo permesso che il ramo d'azienda di un'impresa virtuosa del nostro territorio finisse nelle mani di un privato. A parte le difficoltà del covid dell’ultimo anno – ricorda Matteuzzi – Tper è una realtà che produce utili. Nei tre esercizi precedenti al 2020, l'azienda ha guadagnato oltre 8 milioni di euro. Risultato raggiunto grazie al contributo dei dipendenti e naturalmente alle capacità del gruppo dirigente".

Il caso pontino. "Nel 2019, Engie, insieme ad altre realtà nel 2019 vinse la gara a Latina – ricorda il leader della Filt bolognese – e nonostante fosse stata concordata una clausola sociale, la multinazionale ha applicato un contratto collettivo diverso che ha dimezzato le buste paga dei lavoratori. Bologna è l'unica città metropolitana ad avere effettuato la gara per la sosta. Milano, Roma, Torino, nessuna di queste amministrazioni ha ancora valutato un'ipotesi di questo genere". Tra 4 anni ci sarà la gara per il Tpl, un percorso già definito – sottolinea – , temiamo che questi soggetti possano dimostrare interesse per il settore e – da che mondo è mondo – i soggetti privati agiscono nell'interesse del profitto. Senza considerare che Bologna potrebbe rappresentare per loro un trampolino di lancio verso altri territori.

Il ricorso di Tper. Contestualmente alla pubblicazione del bando, il sindacato, ha siglato un accordo contenente la clausola di salvaguardia oltre a quella sociale. "Questo significa – spiega il segretario provinciale della federazione dei lavoratori dei trasporti della Cgil – che nel momento in cui questo soggetto dovesse decidere di mettere in discussione un solo centesimo di euro del salario dei lavoratori, noi rivendicheremo la sua applicazione, costringendo il Comune e l'Agenzia ad azzerare tutto e presentare un nuovo bando". Intanto la Trasporto Passeggeri Emilia-Romagna ha presentato il proprio ricorso che verrà esaminato dai giudici entro il prossimo mese di aprile.

Trasporti necessari come scuola e sanità. "Il nostro obiettivo – conclude Matteuzzi – è garantire un servizio di qualità al cittadino utente per aumentare il numero di coloro che utilizzano treni e autobus. Bologna era una delle città con il maggior numero di auto per nucleo familiare ma tanto è stato fatto per migliorare questa situazione. Il nostro obiettivo rimane quello di portare sempre più persone ad abbandonare il mezzo privato. Bologna ha almeno 100 mila passeggeri giornalieri e pur sottolineando come per la Regione i trasporti siano la seconda voce di spesa del bilancio dopo la sanità, bisogna avviare una riorganizzazione della rete che passi per un percorso di investimenti. Si tratta di esigenze non più rimandabili. Perché avere più trasporti garantisce una migliore qualità della vita. Un pezzo integrante del welfare, insieme a scuola e sanità, a tutela del benessere e della salute del cittadino. Per questo lunedì prossimo manifesteremo davanti al Comune di Bologna, coscienti di avere i cittadini dalla nostra parte".