Una decisione improvvisa, un atto unilaterale, che cancella in media 350 euro del salario mensile dei lavoratori. Actv, l'azienda veneziana dei trasporti, ha deciso di scaricare sui dipendenti gli 85 milioni di euro di mancati introiti (a fronte di 32 milioni di ristori) dovuti alla crisi sanitaria, disdettando la contrattazione di secondo livello.

8 febbraio: lo sciopero. Nel giorno in cui in Veneto gli studenti delle superiori hanno potuto far ritorno in classe, il segretario generale della Filt del capoluogo, Walter Novembrini, non nasconde il disappunto: "Spiace a noi per primi la situazione che si è creata. Tutti ci auguravamo che la scuola riprendesse al più presto e abbiamo intenzione di dare il nostro contributo affinché ci siano le condizioni per terminare l’anno scolastico. Far riprendere le lezioni con uno sciopero in programma non è certamente il massimo, ne siamo consapevoli. Ma stiamo subendo un'ingiustizia".

Azienda irriconoscente. "Riteniamo la cancellazione del contratto integrativo un atto ingiustificato e autoritario contro il lavoro. I cittadini veneziani – prosegue Novembrini – sanno bene come dopo il lockdown, il servizio sia ripreso su insistenza dei lavoratori che in estate si sono sacrificati per garantire il massimo del servizio, evitando  l’aggravio dell'assunzione degli stagionali. Purtroppo – sottolinea il segretario generale della federazione degli addetti dei trasporti della Cgil – nemmeno il loro grande senso di responsabilità è valso un passo indietro da parte dell'amministrazione.

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La cattiva strada. Un comportamento irresponsabile di questo tipo – prosegue Novembrini – non può far altro che portare altre realtà a seguirne l'esempio. Da pochi giorni abbiamo ricevuto una comunicazione simile da parte della Save Cargo, società operante nel trasporto aereo delle merci, che ha disdettato a sua volta la contrattazione integrativa. Un'azienda che non ha nemmeno applicato la cassa integrazione. Vorremmo capire quali sono le condizioni che hanno portato a questo provvedimento senza un confronto con i lavoratori, anche per comprendere quanto gravi siano le condizioni economiche e come possono essere affrontate.

Le proposte del sindacato. Secondo Novembrini, far pagare il peso della pandemia ai lavoratori è inaccettabile. Sarebbe necessario che ogni azienda perseguisse un piano industriale, un indirizzo che oggi manca totalmente. "Venezia ha una specificità come città d'acqua che di terraferma – spiega il dirigente sindacale – . In laguna c'è l'obbligo dell'utilizzo del trasporto pubblico e non si ha la facoltà di rinunciarvi. Il centro storico fuori dalla città è una condizione unica che vede ogni giorno un numero straordinario di pendolari in entrata e in uscita. A Venezia, a prescindere dalla presenza dei turisti – sottolinea – abbiamo il maggior numero di mezzi e di persone trasportate d'Italia. E di questo va tenuto conto. Quindi è necessario comprendere qual è la quantità di chilometri e ore moto che le istituzioni si impegnano a finanziare per ridisegnare il diritto alla mobilità dei veneziani.

L’appello. Per lunedì prossimo era già stato proclamato uno sciopero in tutto il Paese. A tre anni dalla scadenza dell'ultimo contratto collettivo nazionale, i motivi sono spiegati in un volantino appeso nelle bacheche sindacali delle principale aziende italiane. "Nonostante siano in corso di approvazione interventi normativi per lo stanziamento di ulteriori risorse per il trasporto pubblico locale – si legge – le associazioni datoriali continuano a eludere il confronto per il rinnovo degli accordi. “A Venezia – anticipa Novembrini – la protesta sarà molto partecipata. Ci scusiamo fin da ora per i disagi, purtroppo questa situazione dipende dall'indisponibilità delle parti a far valere il nostro diritto al contratto nazionale, dall'altra all'irresponsabilità dell'amministrazione di Actv che disdetta anche quello di secondo livello. È necessaria un'assunzione di responsabilità da parte di tutti: governo, Regione, Comune – conclude Novembrini – . Sediamoci a un tavolo di trattativa e vediamo come uscirne insieme".

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