Buone notizie per i lavoratori transfrontalieri in Svizzera. Questa settimana, la Cgil regionale della Lombardia e del Piemonte, la struttura nazionale dei lavoratori frontalieri e un importante studio legale di Lugano hanno sottoscritto una convenzione finalizzata a garantire la tutela vertenziale e giuridica dei lavoratori che prestano la propria attività nei Cantoni di confine, ma sono residenti in Italia. (Nel video la dichiarazione di Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri Cgil).

"La convenzione – si legge nel comunicato della Cgil Lombardia – è la prima per la confederazione generale del lavoro con un paese estero di confine e rappresenta, di fatto, un’estensione del campo di applicazione delle tutele soggettive a favore di lavoratori che, sino ad oggi, faticavano a trovare il luogo della presa in carico dei loro bisogni (ciò ché, con la convenzione, verrà garantito dagli Uffici vertenze di Cgil della Lombardia e del Piemonte e, attraverso questi, dal Legale)".

Stipulata in attuazione dell'accordo del 3 maggio 2019 tra la Cgil e il sindacato Unia Uss, ai sensi dell'accordo di doppia affiliazione, la convenzione, ha il fine di promuovere la più ampia ed efficace assistenza legale dei lavoratori e delle lavoratrici iscritti alle organizzazioni sindacali. affiliate italiana e svizzera.

"L’estensione delle tutele legali - informa la nota sindacale - riguarderà i lavoratori frontalieri (che prestano la propria attività in uno dei cantoni di confine e residenti in Italia anche oltre i 20 km dal confine di Stato e che, di norma, attraversano la frontiera quotidianamente), e lavoratori distaccati transnazionali (con un datore di lavoro con domicilio o sede sociale in Italia che forniscono una prestazione lavorativa nell’ambito di un contratto concluso con il destinatario della prestazione o per un’impresa con sede in Svizzera, per una durata massima di 3 mesi per anno civile, non sottostà all’obbligo di un permesso di soggiorno per gli Stati membri dell’Ue e per i membri dell’Aeils)". 

"A titolo esemplificativo, ma non esaustivo - si legge nella nota - il campo di applicazione delle tutele coprirà gli ambiti d’intervento tra cui: recupero credito salariale datore di lavoro solvente; recupero credito salariale datore di lavoro gravemente indebitato o fallito; disdetta ordinaria o licenziamento immediato; vertenze afferenti diniego o revoca di permessi Ue/Aels; invalidità, infortunio, malattia e relativa casistica".

L’estensione delle tutele offerte dalla Cgil in collaborazione con Unia s’inserisce in un periodo complicato che, per i lavoratori transfrontalieri, somma alle difficoltà sanitarie ed economiche dell’intero mondo del lavoro determinate dalla pandemia, i problemi di gestione e coordinamento internazionale che ha visto in questi mesi un incremento del contenzioso.