Nessun colpevole. La Corte d'appello di Milano ha confermato la sentenza di assoluzione di primo grado dei vertici della Breda (prima) e Ansaldo (poi) per l’esposizione all’amianto dei lavoratori. Si è concluso così il ricorso in secondo grado promosso da Fiom Cgil Milano, dalle associazioni dei lavoratori esposti all’amianto e dalla procura generale, volto a ristabilire il piano oggettivo delle responsabilità dei vertici aziendali. Negli anni decine e decine di operai di quella azienda hanno perso la vita a causa del mesotelioma pleurico, tumore letale dovuto alla respirazione delle fibre di amianto. Dodici famiglie hanno cercato giustizia nelle aule di tribunale, sostenute dalla Fiom che si è costituita parte civile.

La sentenza di primo grado aveva assolto i dirigenti aziendali, negando nei fatti il nesso tra le loro responsabilità soggettive, in alcuni casi ritenute accertate, e la morte dei lavoratori. Adesso la sentenza di appello. “La Camera del lavoro metropolitana e la Fiom Cgil di Milano rimangono in attesa di leggere le motivazioni – si legge in una nota -, ritenendo comunque vergognoso che non venga resa giustizia alle famiglie che hanno perso i loro cari. Questa triste vicenda conferma, semmai ce ne fosse bisogno, che la vita di chi lavora viene dopo l’interesse del profitto”.