“Migliorano i risultati finanziari, peggiora la sicurezza sul lavoro”. A dirlo è il segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile per la siderurgia Gianni Venturi, commentando i dati della trimestrale di ArcelorMittal, la multinazionale franco-indiana proprietaria dei siti dell’ex gruppo Ilva. “Al significativo ‘rimbalzo’ della domanda ha fatto riscontro una crescita della redditività ‘particolarmente incoraggiante’ che ha consentito di registrare un Ebitda di 901 milioni di dollari rispetto ai 707 del secondo trimestre, sopra le aspettative degli analisti che lo stimavano a 838 milioni”, annota il sindacato riportando i dati più importanti ai quali fa però da contraltare “il sostanziale stallo” della trattativa con il governo dopo la conclusione della due diligence condotta da Invitalia.

Preoccupa molto, invece, la parte relativa al bilancio sulla sicurezza, da cui si evince che ArcelorMittal, al netto degli stabilimenti italiani, ha un indice di frequenza degli infortuni che si assesta a quota 0,56. Con il dato sugli stabilimenti italiani l’indice sale invece a 0,95. “Un’incidenza rilevantissima, tanto più in una fase in cui le produzioni sono al minimo storico, che si accompagna alla scelta di ridurre investimenti in sicurezza fino ad azzerare persino le funzioni ordinarie di manutenzione degli impianti”, argomenta Venturi: “Una scelta irresponsabile che i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori della sicurezza denunciano da tempo, ricevendo come risposta minacce di licenziamento dei loro iscritti e delegati: migliorano i risultati finanziari nel terzo trimestre, ma peggiora la sicurezza sul lavoro e la condotta della multinazionale”.