“Siamo costretti a proclamare lo sciopero, che per i lavoratori e le lavoratrici significa un ulteriore sacrificio economico”. Questa la decisione di Fp Cgil Roma-Lazio, Cisl Fp Roma Capitale-Rieti e dei 130 lavoratori e lavoratrici della cooperativa Zingari 59, che tra ritardi e pagamenti non ancora erogati rivivono ancora una volta l’incubo già vissuto durante la lunga vicenda che ha portato al fallimento del gruppo Virtus. Gli addetti hanno manifestato giovedì 8 ottobre a Roma, sotto al Dipartimento Politiche sociali di Roma Capitale, non ricevendo però l’attesa convocazione.

“Lavoratori che si occupano di minori, disabili, migranti, anziani, in tanti servizi della nostra città, dalle scuole ai centri accoglienza, alle case famiglia, che per primi hanno dato e danno sempre il massimo per garantire continuità e assistenza alle persone che seguono, punto di riferimento essenziale per tante famiglie, per tanti stranieri e tante persone in difficoltà”, spiegano i sindacati: “Lavoratrici e lavoratori sempre presenti, anche senza stipendio né certezza del loro futuro. E che, come troppo spesso accade negli affidamenti del terzo settore, pagano le difficoltà a ogni cambio appalto, l’adeguato rispetto del ccnl, l’intermittenza delle retribuzioni e le disfunzioni amministrative tra istituzioni e cooperative”.

Fp Cgil Roma-Lazio, Cisl Fp Roma Capitale-Rieti evidenziano come sia “gravissimo che, dopo non aver risposto alle nostre richieste, Roma Capitale abbia scelto di non ricevere una delegazione di lavoratori insieme ai sindacati con loro in protesta. Un’indifferenza che è uno schiaffo diretto ai lavoratori e al rispetto del lavoro che svolgono”. I sindacati rilevano che “se il ritardo nelle retribuzioni è conseguenza di un mancato passaggio formale di Roma Capitale circa la presa d’atto del subentro della cooperativa nei servizi in precedenza assegnati alla Virtus, il silenzio di ieri è paradigmatico di un'amministrazione sempre più nel caos”.

Il mancato rispetto di persone “che protestano per il più fondamentale dei diritti, quello a un salario regolare, è specchio di un problema più generale, che ben riflette l’inadeguata programmazione e l’insufficiente investimento dell’amministrazione comunale nel garantire con continuità i diritti dei soggetti più fragili e un sistema di servizi sociali adeguato alle necessità”. In sintesi, concludono Fp Cgil e Cisl Fp, della “distanza delle scelte politiche dell’amministrazione dai bisogni della cittadinanza”.