L'allarme viene lanciato dai sindacati di categoria di Roma e del Lazio: il contratto della sanità privata, appena firmato, viene già disapplicato. Il rinnovo è stato un risultato non facile, frutto di una mobilitazione contro l’atteggiamento padronale dell’imprenditoria privata, che ha portato allo sciopero generale del 16 settembre. "Dopo l’approvazione da parte dei Consigli nazionali di Aris e Aiop e il via libera alla sottoscrizione definitiva, alcuni datori di lavoro comunicano la disapplicazione del contratto nelle proprie strutture e l’intenzione di passare a contratti pirata. Succede a Villa Ardeatina, Villa Verde, Villa Maria Pia, S.Antonio da Padova, S. Valentino, Samadi e Von Siebenthal”. Così i segretari generali di Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma Lazio Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini.

“Non c’è pace per i lavoratori della sanità privata - proseguono le sigle -, ancora ostaggi del profitto, costretti a subire un’ennesima beffa e assistere una nuova svalorizzazione del proprio lavoro. Con il rinnovo del contratto è stato ristabilito un principio, condiviso anche da ministero e Regioni: prima del profitto vengono il servizio pubblico, la salute dei cittadini e i diritti dei lavoratori. Ora però, l’imprenditoria privata utilizza ogni margine a sua disposizione e disapplica il contratto appena rinnovato, per passare a contratti di comodo, non sottoscritti da Cgil Cisl e Uil, peggiorativi sia dal punto di vista economico che normativo”, aggiungono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini.

Non è bastato che la Regione Lazio abbia emanato la delibera che copre, come da intesa nazionale, il 50% del costo del rinnovo per i 25 mila lavoratori della sanità privata del Lazio ai quali viene applicato il relativo ccnl. La fuga dal contratto nazionale verso contratti pirata va fermata, secondo i sindacati, prima che diventi un’emorragia e che si torni ancora più indietro rispetto a dove eravamo prima del rinnovo.

Le organizzazioni hanno ribadito le loro posizioni nell’incontro in Regione nei giorni scorsi, chiedendo con urgenza un ulteriore confronto. "Il ricatto occupazionale e dei servizi, che nel Lazio vengono erogati per circa il 40% dal privato, non può più essere tollerato - a loro avviso -. È la Regione a determinare i criteri qualitativi per l’accreditamento". A seguito delle proteste dei lavoratori e del continuo confronto sostenuto da Cgil Cisl e Uil, la Regione ha assunto e sta assumendo iniziative per dare norme più stringenti al sistema, dalla ricognizione degli organici alla revisione dei requisiti, nel pieno rispetto della legge regionale n. 13/2018 ma che ancora non trova piena applicazione per l’inerzia delle Asl che sono preposte ai controlli nelle strutture private accreditate.

"Il percorso deve andare avanti, rafforzando le regole e intensificando i controlli, specie sugli organici. Non solo l’applicazione del ccnl, ma anche la riduzione del ricorso al personale esternalizzato: troppo spesso i rapporti libero professionali o l’affidamento a cooperative superano di gran lunga il personale sanitario dipendente”, continuano i segretari. “Non ci fermiamo di certo dopo la firma del contratto, ora inizia la battaglia per applicarlo: siamo pronti a scendere in piazza a fianco elle lavoratrici e dei lavoratori per difendere diritti, salario e un'assistenza sanitaria di qualità, che si fondi sul rispetto delle professionalità e del lavoro di chi la garantisce”, concludono.