Un testo di legge che rende di fatto inesistente l'esercizio dell'attività sindacale, dopo che la Corte Costituzionale con la sentenza 120/2018 ha riconosciuto la libertà di associazione sindacale per i militari. È la proposta Corda, che esclude dalle materie affidate alla contrattazione fra amministrazioni e sindacati militari la vita lavorativa in tempo di pace. Inoltre indica che di fronte a qualsiasi contenzioso sindacale si debba ricorrere al Tar, anziché al giudice del lavoro.

Tra i militari scatta la protesta. Il Cocer Interforze ha votato all'unanimità un documento con cui chiede rilevanti modifiche al disegno di legge Corda, che contesta con forza. Il ddl "non garantisce i diritti fondamentali dei militari, tradendo le aspettative del comparto", si legge in una nota, perché "oltre a mettere in pericolo la rappresentanza sindacale" non offre agli stessi sindacati militari "gli strumenti adeguati per tutelare i diritti". Mercoledì 7 ottobre i militari manifestano davanti a Montecitorio dalle 14 alle 19.

Si tratta di un evento inedito: la protesta è stata indetta da una lunga lista di sigle, ovvero Sinafi, Silf, Usif, Saf, Libera rappresentanza, Nsc, Siam, Silme, Usmia e Usic. Per la prima volta i lavoratori e le lavoratrici in divisa scendono in piazza.

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Da parte loro Cgil, Cisl e Uil danno pieno appoggio alla mobilitazione. “Condividiamo e sosteniamo la protesta dei sindacati dei militari - scrivono le confederazioni -. La proposta di legge Corda rappresenta un vero e proprio passo indietro, anche rispetto alla sentenza 120/2018 della Corte Costituzionale che ha sancito la libertà di associazione sindacale di questa categoria. Sentenza di fatto ignorata dalle varie amministrazioni, prima tra tutte il ministero della Difesa, che ha riconosciuto le sigle già costituite ma le esclude dalle convocazioni continuando a relazionarsi con i vecchi Cocer”.

Per i sindacati confederali “i motivi di tanta resistenza al cambiamento sono soprattutto di natura culturale, dato che abbiamo categorie delle forze dell’ordine sindacalizzate come la polizia di Stato e la polizia penitenziaria, modelli da prendere a riferimento per una moderna ed efficace legge di riforma”.

È come se la sentenza della Corte, invece di innescare nella politica il desiderio di recuperare il tempo perduto e farsi perdonare la lunga negazione di un diritto costituzionale, aggiungono, "avesse rimesso in moto la tenace ostilità al rinnovamento del mondo militare. Fanno dunque bene i sindacati militari a protestare, e noi li sosterremo”.

La vigilia della manifestazione, inoltre, viene agitata da una polemica. Lo Stato maggiore della Difesa ha emesso una circolare in cui si minacciano "conseguenze disciplinari" nei confronti di chi partecipa. “Un vero e proprio atto intimidatorio, con il quale si tenta di negare un diritto sancito dalla nostra Costituzione anche per i militari, quello di manifestare liberamente”. Così il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra. "Noi - aggiunge il sindacalista - saremo a fianco delle associazioni che hanno organizzato l'iniziativa per difendere un sacrosanto diritto democratico che ancora da parte di alcuni ambienti ci si ostina a negare".

Il Paese ha bisogno di crescere e di modernizzarsi anche in questo settore delicato e importante, recuperando un vuoto durato purtroppo a lungo, dalla nascita della Costituzione fino alla storica sentenza della Corte con la quale è stata sancita la libertà di associazione sindacale fra i militari, conclude Massafra.

 

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