La filiera turistica, colpita dall'emergenza del Covid-19, deve rialzare la testa e avviare un percorso di rilancio che tuteli e valorizzi i suoi lavoratori. Questo il senso dell'iniziativa "Tourism think talk": tra luglio e settembre centinaia di delegati della Filcams si sono riuniti per definire le proposte del sindacato per un “lavoro nuovo” nel settore e discutere delle prospettive. Un lungo percorso che è arrivato all'appuntamento finale con il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

L'emergenza coronavirus, ha spiegato il sindacato di categoria, ha imposto un cambio di rotta: il lockdown e il ritardo della stagione balneare, le stringenti misure per il contenimento della diffusione del virus Covid-19, le limitazioni degli spostamenti e il blocco delle frontiere. Misure indispensabili, naturalmente, ma con conseguenze devastanti sul settore.

Il comparto del turismo stenta a uscire “dallo stato di difficoltà dei mesi precedenti e parte rilevante delle aziende prefigurano il perdurare della crisi per il biennio 2020-2021, e un probabile ritorno a condizioni ante pandemia soltanto tra il 2022 e il 2023”. Secondo il sindacato "in una situazione che continua a essere estremamente critica per lavoratori e imprese, permangono inspiegabilmente silenzi, sottovalutazioni e un preoccupante disorientamento da parte del governo, anche rispetto all'esigenza di una proroga immediata degli ammortizzatori in deroga”.

La Filcams ha sollecitato “politica e istituzioni perché vengano adottate tempestivamente tutte le misure necessarie per fronteggiare la crisi in cui ormai da mesi versa l'intero settore, con gravi ripercussioni per milioni di lavoratori ai quali, tra l'altro, i pagamenti del Fis e della cassa integrazione vengono ancora erogati con ritardi ingiustificabili”. Il sindacato ha evidenziato anche “l'assenza di un dibattito, quantomeno a livello nazionale, sul destino e le prospettive della filiera e ancor prima sulle misure da adottare in una situazione che continua a essere di estrema difficoltà per migliaia di imprese, multinazionali incluse”.

L'obiettivo di "Tourism think talk", dunque, è stato colmare e superare il disinteresse e la disattenzione nei confronti del lavoro nel turismo, attraverso il coinvolgimento di centinaia di delegati. Un disinteresse che ha caratterizzato questi quattro mesi di emergenza sanitaria. L'iniziativa è stata una discussione articolata e complessa, che ha tenuto insieme problematiche eterogenee e ugualmente rilevanti: a partire dai temi della salvaguardia occupazionale, della garanzia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, della qualità dell'occupazione, delle inevitabili riorganizzazioni, della precarietà (lavoratori stagionali, in appalto, terziarizzati, a chiamata, somministrati, volontari…) e dell'inclusione e, in termini più complessivi, della definizione di un nuovo modello di turismo sostenibile.