“L’abbandono del tavolo delle trattative da parte di Federlegno, avvenuto nel corso dell’incontro del 5 agosto, è un atto gravissimo che dimostra lo scarso valore che la controparte  attribuisce alle relazioni industriali”, hanno dichiarato i segretari nazionali di Feneal Filca e Fillea, Pascucci, Federico e Fiorucci. “Nei 15 incontri svolti in 17 mesi di trattativa – proseguono – abbiamo sempre dimostrato la nostra disponibilità nel trovare soluzioni condivise alle esigenze delle imprese, senza avere risposte esaustive né sulla parte normativa, né sulla parte economica  della nostra piattaforma”. 

Federlegno, da parte sua, ha dimostrato dal primo momento “la volontà di perseguire un modello di impresa basato non sulla qualità del lavoro, sugli investimenti, sulla professionalità e sul benessere organizzativo, ma sulla riduzione dei costi e su una gestione unilaterale dell’organizzazione del lavoro”. “Dobbiamo amaramente rilevare – conctinuano i sindacati - che, in un contesto 4.0, nelle controparti è rimasta ancora una visione fordista dell’organizzazione del lavoro, dove cercando dipendenti, si sono ritrovati invece lavoratori consapevoli di cosa deve diventare il mondo del lavoro”. 

Per Feneal Filca e Fillea, mancano ancora le risposte su temi come: ambiente e sicurezza, formazione, diritti, bilateralità, welfare e aumenti retributivi. "Su questi ultimi c’è stata solo la conferma del modello con una quantità insufficiente di salario oltre al periodo di vacanza contrattuale che ormai è di diciotto mesi". 

“È per questi motivi – concludono i segretari nazionali dei sindacati – che proclamiamo lo stato di agitazione per tutto il settore, con modalità che partono dal blocco della flessibilità e degli straordinari. Inizieranno da subito attivi e assemblee in tutti i luoghi di lavoro”.


“Siamo andati al tavolo con delle richieste equilibrate - ha commentato Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea -, per mettere finalmente un punto sulla parte normativa, ponendo un Argine alla precarietà che sta svuotando le nostre fabbriche di professionalità e che non dà ao giovani un futuro tranquillo. Abbiamo avanzato una richiesta salariale sopportabilissima, proprio perché ci vogliamo far carico della fase difficile che stiamo vivendo, senza però sminuire il lavoro di impiegati e operai”.

“Federlegno - conclude Genovesi - non può pensare che il contratto collettivo sia un menù alla carta, da cui prendere solo quello che piace a loro, non siamo disposti ad accettare che il contratto collettivo nazionale diventi uno strumento in mano alle aziende per colpire i lavoratori e i loro diritti. Ci batteremo perché il contratto sia dignitoso e porti al giusto riconoscimento per i lavoratori”