“Non si può che esprimere soddisfazione per un accordo che investe sul rilancio dell'economia scommettendo su innovazione, ambiente e qualità del lavoro”. Così Federico Vesigna, segretario generale Cgil Liguria, sintetizza il percorso concluso ieri in Regione con la firma del protocollo d’intesa tra l’amministrazione, Cgil Cisl Uil e Confindustria sui bandi per le aree di crisi industriale non complessa.

Il protocollo rappresenta un’opportunità di sviluppo per il territorio e per quelle aree che durante la crisi hanno conosciuto pesanti processi di deindustrializzazione: 23,5 milioni di euro per finanziare investimenti produttivi sono una buona notizia che diventa ottima, perché attraverso l'accordo verranno finanziati quei progetti che sono in grado di garantire i migliori risultati dal punto di vista della quantità e della qualità dell'occupazione creata. Con il protocollo, inoltre, si stanziano ulteriori 6 milioni di euro che si vanno a sommare ai 12,5 già previsti per le province di Genova, La Spezia e Imperia ai quali vanno aggiunti i 5 milioni per la zona franca urbana della Val Polcevera (quartiere ex Ponte Morandi) che sono stati recuperati dai soldi non spesi dal decreto Genova.

Nel dettaglio, il protocollo prevede che nella scelta degli investimenti da finanziare si privilegino i progetti che sono in grado di creare il maggior numero di posti di lavoro di qualità. Inoltre, una volta ammesse al finanziamento, le imprese hanno l’obbligo di fare la contrattazione d’anticipo, confrontandosi con il sindacato sui progetti di investimento, i piani di assunzione e i contratti nazionali. Inoltre, per poter accedere alle risorse del Fondo sociale europeo per progetti di formazione, riqualificazione e politiche attive, compresi i bonus per le assunzioni, le imprese beneficiarie dei contributi devono prima fare l'accordo con il sindacato.

“Il protocollo sulle aree di crisi non complessa è solo l’ultimo tassello di un lungo lavoro sulla riprogrammazione dei fondi europei che abbiamo fortemente voluto come Cgil – aggiunge Vesigna -. Abbiamo chiesto di investire risorse per affrontare l'emergenza Covid indicando due ordini di priorità: sostenere politiche di sviluppo per tornare a crescere e aiutare quelle categorie di lavoratori che a causa del lockdown si trovano in difficoltà”. Il confronto con la Regione Liguria infatti ha consentito di destinare 1,8 milioni di euro per le lavoratrici delle mense scolastiche che nel periodo estivo della sospensione dell’attività didattica non percepiscono alcun reddito.

Ad ognuno di loro andrà un’indennità di partecipazione alle politiche attive per un ammontare sino a 1.050 euro pari all’integrazione al 100% del Fis percepito durante il lockdown. Altri 4 milioni di euro vanno a rifinanziare il Patto per il lavoro nel turismo e si aggiungono ai precedenti 6 milioni, che sono stati utilizzati per finanziare incentivi all’assunzione e una misura di sostegno al reddito pari a 500 euro per 5 mesi per tutti quei lavoratori stagionali che a causa delle difficoltà del settore resteranno senza lavoro e senza reddito.

“L’esperienza di questi anni ci dice che i fondi europei possono essere un potente strumento di politica industriale – conclude Vesigna -. L’importante è avere un’idea di sviluppo e un modello di coesione sociale per evitare le logiche clientelari di distribuzione a pioggia, e programmare bene e per tempo le risorse che arriveranno dall’Europa. Come sindacato abbiamo le competenze per trovare le soluzioni giuste. Se sapremo sostenere le nostre idee con un‘adeguata capacità di mobilitazione possiamo aprire un’importante stagione della contrattazione sociale”.