Alla Vitesco ex Continental di Pisa la rappresentanza sindacale si rinnova con un risultato che conferma i metalmeccanici Cgil prima organizzazione nell'azienda. Su 612 voti validi la Fiom ne conquista 494: in tutto dieci Rsu, sette tra gli operai, tre tra gli impiegati. Alla Fim Cisl e all'Usb va un delegato ciascuno. Un risultato importante che arriva a conclusione di una stagione complicata in cui le tute blu hanno dovuto lottare per difendere il proprio posto di lavoro. Era solo novembre quando il gruppo paventava 750 esuberi. Poi le lotte e le trattative e, adesso, i primi segnali che vanno nella giusta direzione con la sigla di un protocollo di otto punti in cui Vitesco si impegna a investire e ad affrontare un percorso di innovazione tecnologica e riconversione. Dall'iniezione di benzina al motore elettrico per sfruttare il potenziale che il territorio offre con le sue eccellenze, fabbrica e operai compresi. È anche la prima volta che lavoratori diretti e somministrati hanno votato assieme per dare vita a un percorso capace di rappresentare tutti perché - come spiegava Marco Comparini, segretario generale della Fiom pisana alla vigilia delle elezioni - "come fuori, così dentro la fabbrica, dobbiamo considerarci tutti uguali."

"Siamo contenti perché abbiamo confermato la squadra che avevamo. - dice oggi Comparini - La Fiom in questi stabilimenti si è assunta tutta la responsabilità di una gestione anche molto complicata con la crisi dell'automotive, la pandemia, la cessione di ramo d'azienda da Continental a Vitesco. Prima del voto eravamo fiduciosi, consapevoli di aver dato il meglio, per questo abbiamo chiesto ai lavoratori di giudicarci non per quello che promettevamo ma per quello che avevamo fatto. Così è stato. Ora a settembre, alla ripartenza, il primo problema da affrontare sarà capire quanto ancora peserà la pandemia sul nostro settore. Insieme a questo, naturalmente, ci sarà da riprendere il confronto serrato con la multinazionale sulla conversione all'elettrico. Noi pretenderemo che il protocollo firmato nelle scorse settimane diventi pienamente operativo. È l'unico modo di garantirci il futuro che è segnato se non abbiamo la capacità di affrontare questa sfida. Non possiamo farci trovare impreparati. Il tempo c'è: abbiamo due o tre anni a disposizione per adeguarci. Per quanto difficile questa fase una cosa è certa Pisa, con la Normale e la Scuola superiore Sant'Anna, ha tutte le carte in regola per garantirci centri ricerca di prim'ordine, mentre la Fiom, come sempre, ha le spalle larghe per affrontare il cambiamento".