Grande partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori somministrati in sanità allo sciopero generale indetto da Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uiltemp. "Un grido comune rilanciato con forza dalle piazze e finora rimasto inascoltato - scrivono le sigle -. Un appuntamento di mobilitazione molto importante per rivendicare, nel pieno rispetto del principio di parità di trattamento, il giusto riconoscimento ai professionisti della sanità che hanno contribuito, assieme ai dipendenti delle strutture del servizio sanitario nazionale, alla complessa gestione dell’emergenza sanitaria Covid 19, mettendo a disposizione la propria professionalità, in molti casi anche nella completa incertezza occupazionale, in quanto titolari di contratti di lavoro a termine".

Le sigle degli atipici quindi proseguono: "Un impegno però di cui finora sono risultate “irriconoscenti” le Regioni, che nella maggior parte dei casi escludono questi lavoratori e queste lavoratrici dal riconoscimento delle premialità, invece previste per i dipendenti diretti e lo Stato che ancora oggi, attraverso le norme contenute nella cosiddetta legge Madia, non riconosce l’esperienza di questa professionalità nelle quote di riserva previste per i processi di stabilizzazione. Si ritengono soddisfatte le sigle, le cui delegazioni sono state ricevute dal vice-capo di gabinetto vicario e dal direttore generale delle professioni sanitarie del ministero della Salute".

È stata riconosciuta l'importanza del lavoro svolto in questi mesi di pandemia e in generale dalle lavoratrici e i lavoratori somministrati presso la sanità pubblica. Inoltre è stato condiviso un percorso finalizzato a trovare soluzioni specifiche alle problematiche evidenziate alla base dello sciopero e delle manifestazioni odierne. Le organizzazioni hanno proposto di individuare fin da subito uno strumento normativo per riconoscere le indennità relative al periodo Covid nell'ottica della parità di trattamento. Il ministero ha dimostrato grande attenzione al tema invitando le organizzazioni ad elaborare proposte specifiche. Il tema del superamento della discriminazione per l'accesso dei somministrati ai concorsi pubblici ha ricevuto altrettanta attenzione da parte del ministero che, avendo ben presente la problematica, si è impegnato per la ricerca di una soluzione condivisa specifica per il comparto sanitario.

"Un ringraziamento particolare a quanti hanno partecipato attivamente ai presidi e a coloro che non hanno potuto essere presenti nelle piazze a causa del contingentamento del personale previsto per i servizi pubblici essenziali: questo testimonia quanto le lavoratrici ed i lavoratori somministrati siano fondamentali per garantire il buon funzionamento del servizio sanitario nazionale. Un ringraziamento va anche alle confederazioni Cgil, Cisl e Uil per il sostegno attivo a questa complicata e importante vertenza. Continueremo nella nostra mobilitazione sollecitando il governo centrale e le istituzioni regionali finché non sarà riconosciuta la parita’ di trattamento retributiva e normativa per i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno rappresentiamo", concludono Felsa, Nidil e Uiltemp.

“Sosteniamo la vertenza delle lavoratrici e dei lavoratori in somministrazione presso il sistema sanitario oggi in sciopero. Sciopero che vedrà presidi in tante realtà del Paese finalizzati a sollecitare le controparti a rispondere alle nostre rivendicazioni”. Così in una nota Cgil, Cisl e Uil. “La lotta per il riconoscimento di maggiori tutele e di un’equa retribuzione è giustificata – proseguono – dall’enorme sforzo messo in campo in questi mesi di emergenza, durante i quali questo personale, così come le lavoratrici ed i lavoratori del sistema degli appalti, ha garantito il funzionamento del nostro sistema sanitario”. “Parliamo – sottolineano – dei lavoratori somministrati impiegati nelle Asl e nelle Rsa che, oltre alle problematiche condizioni di lavoro, continuano a vivere anche una condizione di precarietà che auspichiamo possa essere superata al più presto”. Cgil, Cisl e Uil quindi concludono: “Chiediamo al ministro Speranza di stanziare risorse ad hoc per questi lavoratori e queste lavoratrici”.