Fatturato in calo, a rischio lo stabilimento di Bari. A lanciare l’allarme sulla Bosch Italia, gruppo composto da 19 società, è la Fiom Cgil nazionale. “Il 2019 si è chiuso con un calo del fatturato dell’8,4 per cento rispetto all’anno precedente, frutto della contrazione dei mercati di riferimento. In particolare, la crisi del settore automotive incide notevolmente sull’andamento complessivo della filiale italiana, dove la divisione ‘mobilty solution’ pesa per circa due terzi del fatturato”, spiega il dirigente sindacale Simone Marinelli.

La continua contrazione del mercato diesel non fa ben sperare per le sorti dello stabilimento di Bari. “L’arrivo di alcune produzioni da altri stabilimenti italiani, risultato di un importante accordo sindacale di solidarietà tra gli stabilimenti di Bari e Nonantola, Vezzano e Pavullo, della produzione di componenti e-bike e, da ultimo, l’auto-produzione di mascherine, non garantiscono l’assorbimento dei 600 lavoratori dichiarati in esubero da parte dell’azienda”, prosegue la Fiom: “Non è più rinviabile la ripresa del tavolo di crisi istituito presso il ministero dello Sviluppo economico, per rilanciare lo stabilimento occorre un piano industriale adeguato che porti ulteriori produzioni e investimenti sulle nuove tecnologie”.

L’azienda ha comunicato la “propria neutralità – continua Marinelli – rispetto alle diverse tecnologie motoristiche e si prepara ad affrontare il cambiamento investendo su ibrido ed elettrico, mantenendo anche lo sviluppo sul motore endotermico alimentato anche con carburanti alternativi. Nonostante ciò gli stabilimenti italiani impegnati nella diversificazione sono lo stabilimento di Crema, con la produzione a partire dal 2022 di una pompa olio elettrica, per tutte le motorizzazioni, e i già enunciati componenti per e-bike a Bari”.

Per la Fiom Cgil nazionale, la crisi economica generata dal Covid-19 rende difficile fare previsioni per l’anno in corso, anche se “lo sviluppo del fatturato vede un leggero incremento a partire dal mese di giugno, ma sono troppi i fattori che possono incidere sull’andamento aziendale, a partire dagli incentivi legati all’acquisto di nuove automobili che, così come sono stati stabiliti, potrebbero non favorire la ripresa della produzione nel settore”.