Marco F., operatore socio-sanitario e delegato sindacale Cgil della Casa di cura-Rsa “Ancelle francescane del buon pastore” di Roma, licenziato nel 2018 per giustificato motivo soggettivo, è stato reintegrato a seguito della sentenza del Tribunale di Roma del 3 luglio scorso che annulla il licenziamento per la natura discriminatoria e ritorsiva del provvedimento. A divulgare la notizia è la Fp Cgil di Roma e Lazio.

“Sospeso per un giorno – spiega il sindacato – e poi licenziato pochi mesi dopo, con tre contestazioni disciplinari recapitate al lavoratore senza aspettare i tempi e l’esito della prima, relative ai monili indossati dal lavoratore durante il servizio e ‘un pizzetto lungo e non contenuto’. Comportamenti per i quali si prevedono tuttavia sanzioni di natura conservativa del posto di lavoro, secondo il principio della proporzionalità che le norme prevedono”.

La Fp Cgil di Roma e Lazio evidenzia che “il Tribunale riconosce che il licenziamento è avvenuto a puro scopo ritorsivo per l’attività sindacale svolta da Marco con la Cgil e per il ruolo attivo avuto nella denuncia, insieme all’organizzazione sindacale, sulle precarie condizioni igienico-sanitarie della struttura, a seguito delle quali i Nas avevano effettuato le necessarie ispezioni. Difeso dal sindacato attraverso i propri legali, è stato reintegrato sul posto di lavoro, condannando la Casa di cura al versamento delle mensilità non corrisposte dal licenziamento alla reintegra e il riallineamento dei contributi previdenziali e assistenziali, oltre che delle spese processuali”.

Sanità privata e Rsa “sono al centro di tante questioni aperte, e i licenziamenti illegittimi sono solo la punta dell’iceberg”, prosegue la Cgil: “Sono purtroppo frequenti ritorsioni sui lavoratori e minacce più o meno velate a chi svolge attività sindacale e si espone denunciando condizioni di servizio e di lavoro, che le strutture private accreditate hanno tutto l’interesse a non far emergere. Legalità, regole e diritti dei lavoratori sono i presupposti su cui da sempre ci battiamo”.

La Fp di Roma e Lazio conclude ricordando che “affiancare al ruolo di operatore sanitario in queste strutture l’attività sindacale non è un compito facile, ed è troppo spesso un rischio per i lavoratori. È per questo che l’organizzazione dà il massimo per essere al loro fianco. Così come lo è stata nel percorso di rinnovo del ccnl, dopo 14 anni di lotte, e come lo sarà per il superamento del contratto Aiop Rsa, che addirittura ha abbassato diritti e salari ai lavoratori. Soldi pubblici, interessi privati, diritti negati: è un trinomio che non abbiamo mai temuto di contrastare, su cui dai contratti alla tutela occupazionale, alla revisione delle regole sugli accreditamenti, alla difesa di ogni discriminazione, andremo avanti sempre a testa alta”.