Da settimane Cgil, Cisl e Uil chiedono un confronto con Assodelivery sul tema delle misure di contrasto e di contenimento della diffusione del Covid-19. Ma "finora l’associazione che rappresenta le principali aziende del Food delivery non ha ritenuto utile nemmeno un cenno di risposta”. Ad affermarlo in una nota unitaria la segretaria confederale Cgil, Tania Scacchetti, il segretario generale aggiunto Cisl, Luigi Sbarra e la segretaria confederale Uil, Tiziana Bocchi.

Un atteggiamento sbagliato, quello di Assodelivery, specie – sottolineano i tre dirigenti sindacali – in un settore in cui vediamo crescere il rischio di comportamenti al limite della legalità e in cui le condizioni di lavoro sono molto lontane dall’essere dignitose. E questo è ancora più paradossale per un servizio che è stato considerato essenziale nella pandemia”.

I sindacalisti accolgono con favore in un'intervista apparsa sul Corriere Economia le dichiarazioni della vicepresidente della Associazione, general manager di Glovo, che apre anche alla possibilità di arrivare a un accordo per riconoscere alcuni diritti. "È quello che il sindacato chiede da sempre per questi lavoratori: dare loro dignità e diritti, partendo dalle reali condizioni  di svolgimento della prestazione lavorativa e dalle tante sentenze e pronunciamenti che si stanno susseguendo in questi mesi che contestano la natura autonoma di questi lavoratori, indicando la etero organizzazione come condizione prevalente”, si legge nella nota.

D'atro canto il decreto riders, approvato lo scorso novembre, stabilisce alcuni diritti di base, "ma – aggiungono Scacchetti, Sbarra, Bocchi – poi affida esplicitamente gli aspetti retributivi alla contrattazione collettiva, contrattazione che dovrà intervenire entro dodici mesi, e che potrà anche  regolamentare ferie, malattia, trasparenza degli algoritmi, diritto alla disconnessione, alla privacy,  all’associazione sindacale, insieme a tutte le altre protezioni che solo un vero contratto può riconoscere”.

I sindacati chiedono dunque di aprire un confronto per negoziare con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale diritti e tutele per i lavoratori: "È questo – concludono i tre dirigenti sindacali – il miglior segnale da mandare ai riders impegnati in attività essenziali sottraendoli da condizioni di ingiustificato e inaccettabile sfruttamento”.