Una società con un forte debito, che sta cercando di farsi acquisire da altri operatori. “La nostra preoccupazione è che l’azienda rischia di essere spezzettata, di essere smembrata in varie parti”, dice Ivano Improta, lavoratore di Italtel, storica impresa italiana delle telecomunicazioni (l’anno prossimo festeggia i 100 anni). La società ha depositato al Tribunale di Milano domanda prenotativa ai sensi dell’art. 161 della legge fallimentare, comunicando anche che il gruppo finanziario Pillarstone ha acquistato la quota di debito detenuta da Unicredit.

Una situazione di grande tensione per gli oltre mille dipendenti, ora impegnati in una mobilitazione nazionale che vede nel pomeriggio di oggi (giovedì 2 luglio) un presidio davanti alla Prefettura di Milano. Altre iniziative sono previste nei prossimi giorni a Roma e a Carini (Palermo).

“È paradossale che, mentre si parla della necessità di una rete di telecomunicazioni a larga banda, si debbano gestire continue ristrutturazioni nelle imprese che operano in questo comparto”, commentano i coordinatori nazionali Italtel di Fiom Cgil (Roberta Turi), Fim Cisl (Marco Giglio) e Uilm Uil (Michele Paliani). “Italtel è un'azienda storica e strategica, le lavoratrici e lavoratori hanno competenze e know how che non devono essere dispersi”, aggiungono i tre esponenti sindacali: “Serve un forte intervento pubblico, anche attraverso Cassa depositi e prestiti, per salvaguardare e rilanciare l'azienda nella sua integrità e scongiurare spezzatini che avrebbero pesanti ripercussioni sui lavoratori”.