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Trasporti

Liguria, i sindacati lanciano l'allarme

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“La situazione delle infrastrutture è degenerata, a seguito delle indagini sulla manutenzione delle autostrade. Né la società Autostrade né le istituzioni nazionali e locali, sono in grado di programmare interventi ispettivi, indispensabili a garantire la sicurezza di utenti e lavoratori”. La denuncia è delle federazioni di Filt, Fit e Uiltrasporti di Genova e della Liguria, che chiedono anche un sistema efficiente di trasporto delle merci e delle persone come elemento propedeutico allo sviluppo del territorio. 

“Durante la fase di ripresa del turismo, si registrano ore di coda che hanno anche rallentato la movimentazione da e per i porti liguri, aumentando il rischio di perdere quote di traffico. Le ricadute negative sugli addetti dell’autotrasporto sono evidenti, ritrovandosi ad essere quotidianamente ostaggio dei cantieri che riducono le carreggiate, mettendo a rischio l'incolumità di autotrasportatori e automobilisti, nonché del personale addetto alla viabilità delle autostrade”, rilevano le tre sigle di categoria.

“I treni passeggeri regionali e a lunga percorrenza non hanno ripreso i volumi pre-Covid, malgrado ci sia la copertura economica dei contratti di servizio al 100% e sui convogli si registrano scene da far west per il sovraffollamento. Anche i mezzi del trasporto pubblico locale sono al collasso, spesso imbottigliati nel traffico prodotto dalle chiusure di diverse tratte autostradali. Dall’aeroporto di Genova vi è un solo volo quotidiano per Roma, di fatto inutile e per di più a costi esorbitanti, né sono ripartiti a pieno regime i servizi viaggiatori via mare”, dicono ancora i sindacati.

“Attendiamo una decisione del Governo sulle linee guida per far ripartire il mercato crocieristico, che ha un forte impatto economico sulla Regione, generando un indotto importante. Non si salvano nemmeno i pullman per i viaggi a lunga percorrenza, con centinaia di lavoratori in attesa degli ammortizzatori bloccati dall’Inps”, proseguono Filt. Fit e Uiltrasporti. 

“Nel frattempo, sono enormi i ritardi nella realizzazione delle infrastrutture di collegamento: il nodo ferroviario di Genova è fermo, così come la Pontremolese, il raddoppio della linea Fs per Ventimiglia e le connessioni stradali e ferroviarie con la piattaforma di Vado, mentre la Gronda sembra essere legata al destino della concessione autostradale, su cui c’è necessità di una scelta chiara. Colpire turismo, porti e logistica, significa uccidere la Liguria, e con essa tutto il tessuto produttivo del Nord Italia”, concludono le federazioni dei trasporti.