Duecento lavoratori in somministrazione alle Poste rischiano di rimanere a casa. Scaduto il contratto, che va avanti da due anni, l’azienda non vuole rinnovarlo. E così Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp, i sindacati di categoria che rappresentano i precari, hanno proclamato lo stato di agitazione. L’allarme è scattato per i primi 17 dipendenti assunti dall’Agenzia per il lavoro Adecco con contratti in scadenza: si tratta di persone che dopo 24 mesi di lavoro, nonostante l’impegno dimostrato anche durante il periodo di emergenza sanitaria, Poste non vuole confermare. La stessa sorte toccherà ad oltre 200 somministrati, con scadenze differenti.

“La volontà di interrompere questi 17 contratti deriva da un’interpretazione assolutamente fantasiosa e non condivisibile delle norme, che considera il limite dell’anzianità di 24 mesi, previsto per i lavoratori temporanei” spiegano i sindacati in una nota. Si tratta infatti di lavoratori che non hanno un contratto temporaneo, ma che sono stati assunti a tempo indeterminato da Adecco: una circolare del ministero del Lavoro (n. 17 del 31 ottobre 2018) conferma, infatti, che nessuna limitazione è prevista per i somministrati assunti a tempo indeterminato e inviati in una missione temporanea.

Nidil, Felsa e Uiltemp hanno anche condiviso con Adecco la possibilità di intraprendere un percorso di staff leasing, proponendo che l’assegnazione della missione con Poste sia a tempo indeterminato. Ma anche questo non è bastato. Questi lavoratori negli ultimi mesi, anche durante l’emergenza sanitaria, hanno sempre garantito il servizio e svolto con grande responsabilità e professionalità i loro incarichi, ma nonostante questo e nonostante l’esistenza di soluzioni contrattuali che garantirebbero l’azienda, i contratti vengono interrotti e i lavoratori lasciati casa. “Non si può accettare che dopo anni di lavoro vengano sostituiti da altro personale, innescando così un meccanismo di precarietà generale – aggiungono i sindacati -. Per questo, dichiariamo lo stato di agitazione nazionale dei lavoratori somministrati presso Poste e ci riserviamo di intraprendere ogni iniziativa necessaria per risolvere questa ingiustizia”.