Riduzione degli stipendi, delle ferie e dei permessi, revisione della tredicesima. Sono questi alcuni dei provvedimenti proposti dal consiglio di amministrazione della Cooss Marche, una cooperativa attiva in tutta la regione e che conta oltre 2500 soci lavoratori. L’obiettivo è per far fronte ai mancati introiti causato dall’emergenza Coronavirus, che ha chiuso asili e scuole dell'infanzia, e ha ridotto i servizi domiciliari agli anziani e ai disabili.

La cooperativa sociale ha infatti annunciato tagli per i soci-lavoratori, definendo “forme di autofinanziamento della crisi”, che si alimentano attraverso la restituzione della tredicesima mensilità, una percentuale dello stipendio e quota parte di ferie e permessi. Una scelta che ha fatto infuriare i sindacati. Fp Cgil, Fisascat Cisl, Fp Cisl e Fpl Uil, chiedono chiarezza, e fanno sapere in una nota unitaria che “la sopravvivenza del settore e dell’occupazione degli operatori non può essere ricercata nella riduzione dei diritti e delle retribuzioni dei lavoratori”.

Per i sindacati, i diritti stabiliti dal contratto collettivo “non possono essere cancellati unilateralmente e non possono essere rinunciati o derogati collettivamente se non attraverso un apposito accordo sindacale” che, tra l’altro, “può agire solo limitatamente agli incrementi economici del rinnovo”. I sindacati avevano già detto no a tagli sugli aumenti previsti dal rinnovo per quanto già maturato, dichiarando invece “una disponibilità alla discussione per quanto riguardava gli aumenti contrattuali futuri e in ogni caso con alcune garanzie per i lavoratori”. Per questo diffidano il cda di Cooss Marche “dal mettere ai voti, nell’assemblea del  30 giugno,” forme di apporto economico da parte dei soci lavoratori per gestire la crisi”, Bisognerebbe invece “mettere in campo tutte le iniziative possibili, anche di protesta, nei confronti della committenza, rivendicando il giusto diritto ad avere ridefinite le tariffe dei servizi in relazione all’aumentato costo del lavoro, valorizzando i lavoratori senza penalizzarli economicamente soprattutto in un periodo in cui in cui i sacrifici, da tutti i punti di vista, sono stati tanti e tali da non meritare tale epilogo”.