Unità di intenti tra tutte le forze politiche, ma non solo a parole. È questo, in estrema sintesi, il messaggio che i sindacati dei metalmeccanici ternani hanno consegnato ai parlamentari (prima quelli nazionali, poi quelli europei) nel corso di due riunioni tenute ieri, 22 giugno, presso la sede della Cgil di Terni. Riunioni alle quali hanno preso parte (di persona o in videoconferenza) tutte le forze politiche. Sono intervenuti i parlamentari Walter Verini (Pd), Raffaele Nevi (Forza Italia), Stefano Lucidi (Lega), Luca Briziarelli (Lega), Leonardo Grimani (Italia VIva), Valeria Alessandrini (Lega), Tiziana Ciprini (M5S) e gli europarlamentari Antonio Tajani (Forza Italia), Simona Bonafè (Pd), Salvatore De Meo (Forza Italia), Antonio Maria Rinaldi (Lega), Daniela Rondinelli (M5S). 

“Abbiamo illustrato ad onorevoli, senatori ed eurodeputati il nostro punto di vista su una situazione che necessita del massimo di attenzione e di grande tempestività - spiegano i rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb di Terni - e poi abbiamo chiesto una serie di impegni concreti sugli aspetti fondamentali: in primis il mantenimento del sito nella sua integrità sia per quanto riguarda i livelli occupazionali, senza distinzione di contratto, che per la situazione impiantistica”. I sindacati hanno sottolineato come l’azienda stia in questa fase continuando a forzare la mano, usando anche l’emergenza coronavirus come paravento per procedere ad una ristrutturazione, nemmeno troppo mascherata, come le mancate conferme dei contratti interinali stanno a dimostrare.

“Abbiamo dunque chiesto ai parlamentari e soprattutto agli europarlamentari di farsi parte attiva per aprire un’interlocuzione con la multinazionale, che ci è sempre stata negata - spiegano ancora i sindacati ternani - mentre sul piano nazionale serve subito una riconvocazione del tavolo al Mise per garantire che nella fase di transizione non si indebolisca il sito ternano, per questo la variabile tempo non è indifferente. Perdere quote di mercato sarebbe letale nell’ottica del mantenimento di produzioni e occupazione che è per noi essenziale”.

E proprio in tema di mercato, l’altro paletto che i sindacati hanno posto nell’interlocuzione con i parlamentari è quello della solidità dell’eventuale compratore: “Non ci interessa la nazionalità, ma la capacità di competere nei mercati globali e l’impegno a mantenere l’integrità del sito, i livelli occupazionali e gli investimenti, nuovi e già concordati, sull’ambiente”. “È su questo - hanno concluso i sindacati - che chiediamo alla politica unità di intenti e impegno concreto, dal livello locale a quello europeo, per difendere una realtà industriale fondamentale non solo per l’Umbria ma per l’intero Paese”.