Una manifestazione nazionale in piazza del Popolo a Roma, con la partecipazione delle rappresentanze di 100 aziende metalmeccaniche che stanno affrontando la crisi, a sostegno delle vertenze aperte e delle proposte sindacali. Fim, Fiom e Uilm si mobilitano e la data scelta per tornare in piazza è giovedì 25 giugno “nel pieno rispetto della sicurezza e delle regole di distanziamento sociale”, assicurano le tre sigle annunciando la manifestazione.

Ecco le richieste dei sindacati: blocco dei licenziamenti con ammortizzatori sociali più efficaci che garantiscano una continuità di copertura attraverso la contrattazione e la formazione; realizzare il contratto collettivo nazionale di lavoro; aprire un confronto istituzionale sui settori principali per un piano di investimenti pubblici condizionati all’innovazione e occupazione stabile; garantire la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro diffondendo comitati, applicando i protocolli e investendo nell’Inail e nella medicina del lavoro: contrattare il lavoro da remoto: garantire diritti e salario a parità di lavoro.

“L’emergenza sanitaria – ricordano le tute blu – ha colpito duramente e lasciato segni indelebili nella società e nell’economia sia a livello mondiale che a livello italiano, ha mostrato le fragilità di una società che ora deve mettere al centro la vita e la salute delle persone e la compatibilità ambientale come nuova visione del futuro, investendo nel lavoro che innova per migliorare la società”.

 

I metalmeccanici con le iniziative nel mese di marzo hanno contribuito a tutelare non solo propria la salute e la sicurezza ma anche quella pubblica, scioperando e contrattando hanno evitato che le aziende diventassero focolai di contagio e hanno raggiunto l’obiettivo, unico in Europa, di avere linee guida e protocolli fino all’accordo raggiunto da Cgil, Cisl e Uil con il governo e le parti datoriali, utili a ridurre il rischio di contagio. Ma se è vero che si sta riducendo il numero di contagi e di decessi, “è necessario continuare a investire nella prevenzione e tutela per impedire recrudescenze del contagio nei prossimi mesi. È quindi inaccettabile la mancanza di un piano nazionale pubblico sanitario di prevenzione (con test e tamponi) e di seri interventi per la mobilità sicura”.

Nel frattempo la pandemia “ha peggiorato la situazione delle crisi industriali che affrontiamo da anni nella siderurgia, automotive, elettrodomestico. A queste se ne aggiungono di nuove come quelle nel settore dell’avionica civile e al rischio delle piccole e medie imprese con il calo dei volumi di mercato rischiano di diventare drammatiche mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e buona parte della capacità industriale”.