“Andremo nelle campagne per incontrare i lavoratori, migranti e italiani, e aiutarli a far emergere irregolarità e vessazioni”, ci dice Tonino Russo, segretario generale della Flai isolana, “e aiuteremo quelli privi di permesso di soggiorno a intraprendere la via della regolarizzazione prevista dal decreto Rilancio”.  Ovviamente questa battaglia contro illegalità e criminalità organizzata che troppo spesso si insinua tra i campi e esercita intermediazione illegale di mano d’opera, per essere efficace deve essere condotta da molti, da tutte le forze sane della società. Per questa ragione dal sindacato arriva un appello a tutto l’associazionismo democratico a “fare fronte comune”. Lo annunciano in una nota congiunta i due dirigenti della Cgil, l’iniziativa sarà estesa anche alle altre categorie dove il fenomeno del caporalato è frequente, edilizia e servizi.

“Nelle prossime settimane - spiegano Mannino e Russo - batteremo a tappeto le campagne e i luoghi dello sfruttamento, per dare un segnale forte della nostra presenza. Non ci sono solo i caporali e il loro controllo del territorio, c’è anche la Cgil che rappresenta e tutela i lavoratori e di questo intendiamo dare una rappresentazione fisica, concreta. Saremo i custodi del lavoro e dei diritti e non esiteremo a denunciare anomalie e situazioni sospette e illegali, come abbiamo sempre fatto”.

“I fatti di questi ultimi giorni - affermano ancora Mannino e Russo - ci dicono che nonostante i tanti passi avanti compiuti, la piaga è ancora aperta. Non ci limiteremo più dunque a rivendicare la riforma del mercato del lavoro agricolo con il collocamento pubblico della manodopera e l’istituzione delle sezioni territoriali del lavoro agricolo di qualità ma metteremo in campo, oltre alle iniziative dirette di vigilanza e denuncia, una mobilitazione in tutte le province affinchè le nostre richieste diventino realtà”.

La legge contro il caporalato, la 199 del 2016 fortemente voluta dalle organizzazioni sindacali, arrivò dopo la morte per sfruttamento nelle campagne pugliesi di una spigolatrice d’uva, Paola Clementi.  Ma l’impegno del sindacato contro questo fenomeno non cominciò allora. Era il 2011 quando Cgil, Flai e Fillea lanciarono la raccolta di firme Stop caporalato per cambiare la legge che allora puniva i caporali solo con un’ammenda di 50 euro. Oggi, lo dicevamo, la Legge c’è ma lo sfruttamento non è diminuito per questo, ci dice ancora il segretario della Flai Russo: “Andremo nelle campagne anche per incontrare i datori di lavoro per spiegarli che stare all’interno di un sistema di legalità conviene anche a loro, potranno iscriversi alla Rete per il lavoro agricolo di qualità e combattere così la concorrenza sleale di chi sfrutta i lavoratori".

"A noi conviene – prosegue Russo – valorizzare le aziende in regola, dargli un bollino di qualità che possa favorirle nelle assegnazioni delle commesse delle mense scolastiche o degli ospedali. E poi dobbiamo costruire una alleanza con i consumatori che debbono sapere se i prodotti che portano in tavola sono frutto di sfruttamento o di lavoro regolare”.

Insomma, l’attuazione della legge contro il caporalato 199/2016 deve diventare una priorità in tutta la regione, è necessario , quindi,  creare una vera sinergia tra istituzioni, sindacato e associazioni d’impresa per promuovere la legalità nella filiera agroalimentare, attraverso meccanismi che possano regolare il mercato del lavoro, il trasporto e l’accoglienza dei lavoratori, principali punti di interesse dei caporali e della criminalità. Cgil e Flai chiedono, inoltre,  l’istituzione di “elenchi di prenotazione per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, nel pieno rispetto della legalità e con un ruolo attivo dei centri per l’impiego diffusi sul territorio”.

E degli “indici di congruità, così da avere uno strumento utile per la difesa delle imprese sane e sostenere chi produce ricchezza e occupazione nel rispetto della legalità”. Il rispetto degli strumenti introdotti, quello dei contratti di lavoro e delle misure di sicurezza, dicono Mannino e Russo, “dovrà divenire condizione essenziale per ottenere i finanziamenti regionali delle misure del piano sviluppo rurale”. Il sindacato chiede, infine, l’istituzione dell’osservatorio regionale di contrasto al caporalato e  allo sfruttamento con il coinvolgimento, dai rappresentanti dei lavoratori,  delle istituzioni fino agli organismi ispettivi, che potranno supportare l’amministrazione regionale nella definizione e  attuazione del programma triennale operativo degli interventi. Costruire un’isola senza catene si può, è arrivato il momento di riuscirci.