E ora il confronto sulla newco, che sarà di proprietà pubblica, attesa per i primi di giugno. I sindacati guardano subito al futuro, dopo aver firmato nella tarda serata di mercoledì 6 maggio l’atteso accordo per la cassa integrazione straordinaria. I numeri sono imponenti: 6.826 i lavoratori di Alitalia e della compagnia regionale CityLiner coinvolti nella rotazione. I lavoratori percepiranno l'integrazione pari all'80 per cento del reddito, con l'intervento del Fondo di solidarietà. La nuova ondata di ammortizzatori sociali, che durerà fino al 31 ottobre prossimo, è stata siglata dopo numerosi rinvii (e quattro riunioni) a causa del mancato sblocco da parte del ministero del Lavoro dell'integrazione della cassa degli ultimi tre mesi del 2019. Nodi che il governo si è impegnato formalmente a sciogliere in tempi brevi.

“Ora il governo si assuma le proprie responsabilità, puntando attraverso investimenti al rilancio vero della compagnia di bandiera e di tutto il comparto, con una coraggiosa operazione industriale per tutto il settore”. Per il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito, il sindacato confederale “si è assunto nuovamente le proprie responsabilità, facendo un sacrificio enorme e sanando errori e mancanze generati da altri, in un contesto emergenziale mai visto prima a causa dei pesantissimi effetti della pandemia su tutto il settore aereo”.

Ma ora l’esecutivo guidato da Conte deve darsi da fare. “Il governo deve intervenire immediatamente, già nel decreto legge di maggio, per il rifinanziamento strutturale del Fondo straordinario del trasporto aereo”, aggiunge l’esponente sindacale, sollecitando anche “lo sblocco, senza ulteriori e inaccettabili rallentamenti burocratici, dei decreti attuativi del ministero del Lavoro, fermi da oltre sei mesi, che non permettono ai lavoratori interessati di ricevere le giuste retribuzioni”. Per il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito non sono più permessi “rallentamenti nell'erogazione delle risorse che mettano i lavoratori nella condizione di arrivare alla fine del mese, in particolare in questo momento drammatico per il lavoro”.

La nuova cassa riguarda complessivamente 6.826 lavoratori, pari al 61 per cento dell’intero personale. Nel dettaglio, parliamo di 6.622 dipendenti Alitalia (3.283 dipendenti di terra, 2.315 naviganti di cabina, 566 piloti e 458 comandanti) e 204 dipendenti Cityliner (105 naviganti di cabina, 58 piloti e 41 comandanti). La nuova cassa sarebbe dovuta scattare il 24 marzo scorso, ma per firmare i sindacati attendevano che il governo sbloccasse le integrazioni salariali da ottobre 2019 per circa 5 mila lavoratori. “Nelle prossime settimane il ministero del Lavoro s’impegna a superare tutte quelle difficoltà interpretative per la cassa integrazione del 2019 e del primo trimestre 2020 di una parte dei lavoratori che hanno reso così complessa la trattativa, ritardandone l'erogazione”, ha rassicurato la sottosegretaria Francesca Puglisi, sottolineando come questo accordo metta “in sicurezza il reddito dei lavoratori di terra e di volo in un delicato momento per l'azienda”.

“La sottoscrizione di questo accordo è un atto di grande responsabilità per tutelare sia l'occupazione sia il reddito dei dipendenti, in una fase di drammatico crollo del mercato del trasporto aereo per la pandemia Covid-19”, commentano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta: “Ora parta subito il confronto con il governo sulla nascita della newco Alitalia, che dovrà garantire totale occupazione, integrità dei perimetri delle attività, investimenti in flotta, manutenzione, handling e cargo, oltre alla previsione di un piano industriale che guardi agli interessi dei lavoratori e di tutto il Paese”.

L’impegno formale del governo ha quindi sbloccato la situazione. “La sottoscrizione di questo accordo fornisce al ministero del Lavoro gli strumenti per sciogliere le ultime riserve”, spiegano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta, sollecitando “l’emanazione dei decreti necessari e la rapida e integrale erogazione degli ammortizzatori sociali, superando gli ostacoli sorti per improvvidi atti di alcuni sindacati e associazioni autonome minoritarie, che hanno generato lunghe verifiche da parte del ministero del Lavoro, impedendo fino a oggi l'erogazione delle integrazioni del reddito a carico del Fondo di solidarietà del trasporto aereo, con gravissimi danni e disagi a migliaia di lavoratori”.

La nuova Alitalia: come sarà

“Il piano industriale punterà fortemente sul lungo raggio, anche con nuove alleanze transatlantiche, ma pure sul settore cargo”. Così il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, rispondendo oggi (giovedì 7 aprile) al “question time” al Senato: “Ritengo il lungo raggio uno dei grandi asset su cui investire, parimenti c'è una riflessione in corso sul potenziamento della flotta cargo, perché quel settore abbiamo capito quanto sia importante”. La nuova Alitalia sarà operativa “non appena le fasce di mercato si apriranno, andando a conquistare mercati che oggi erano in sofferenza”.

Il ministro ha negato decisamente il ridimensionamento dell'azienda. “La flotta dovrà essere pronta a reperire sul mercato nuovi aeromobili visto che questo momento può essere favorevole per gli investimenti”, ha spiegato ai senatori: “Alitalia partiva sempre svantaggiata per la situazione pregressa, mentre oggi, seppur nella disgrazia che stiamo vivendo, c'è una pari competitività con le altre compagnie”. Patuanelli ha aggiunto che “non è percorribile lo standing alone, servono alleanze. Ma finalmente ci sono le condizioni perché Alitalia torni il fiore all'occhiello”.

L'intenzione del governo, ha spiegato il titolare del dicastero, non è “l'ennesimo salvataggio ma il rilancio della compagnia, che deve essere punto riferimento sul mercato come lo era 20 anni fa”. E a dimostrazione di questo Patuanelli ha sottolineato che “il capitale iniziale della newco non potrà essere inferiore a tre miliardi di euro: i livelli occupazionali saranno tutelati al massimo, compatibilmente con il momento che stiamo vivendo”. In conclusione, il ministro dello Sviluppo economico ha ricordato che al momento l'ipotesi di bando di cessione è stata sospesa, mentre “la costituzione della newco passerà all'affitto dei rami di azienda per accelerare”.

La nuova Alitalia pubblica dovrebbe decollare il 1° giugno prossimo, secondo quanto ha spiegato mercoledì 29 aprile il commissario straordinario Giuseppe Leogrande in un'audizione in videoconferenza alla Commissione Trasporti della Camera. La nuova compagnia partirà con due società, dove “una prenderà in affitto il ramo CityLiner e una prenderà in affitto il ramo Alitalia”. La newco di Alitalia avrà una flotta di 92 aerei: 20 di lungo raggio, 60 di corto e medio raggio, 12 regionali. Per Leogrande, la nazionalizzazione “può dare continuità aziendale in termini solidi”, soprattutto in questa fase di blocco dovuta al coronavirus, che ha visto il “crollo verticale” delle vendite, con una contrazione del 76,5 per cento in marzo e addirittura del 97 per cento in aprile. Riguardo il piano industriale, infine, Leogrande ha detto che “è una fotografia che siamo in grado di mettere a disposizione della nuova newco per lo sviluppo del network dopo il superamento della pandemia di Covid, nell'estate del 2021”.

Dopo l’audizione di Leogrande, i sindacati hanno richiesto di essere convocati immediatamente, rimarcando come “le modalità di annuncio senza preventiva condivisione non favoriscono le soluzioni, alimentando al contrario la preoccupazione di tutti”. Entrando nel dettaglio delle dichiarazioni del commissario straordinario, Filt Cgil, Uiltrasporti e Ugl Ta hanno rimarcato che “una flotta di 92 aerei può essere il punto di partenza per giungere a una flotta complessiva con un numero di aeromobili adeguato al ruolo che una compagnia di bandiera deve avere, per connettere il Paese al suo interno e con i mercati internazionali e intercontinentali”. In conclusione, i sindacati hanno anche lanciato un avvertimento al governo: “La decisione dell'attuale amministrazione di voler procedere nell'elaborazione del piano Industriale senza coinvolgerci, pensando di presentare un pacchetto preconfezionato con azioni che di fatto produrrebbero uno spezzatino inaccettabile, non solo non ci vedrebbe disponibili, ma sarebbe osteggiato duramente e con ogni possibile iniziativa”.