"È una settimana cruciale per il Lazio: non è il momento di furbizie e scorciatoie. Le aziende siano responsabili almeno quanto i lavoratori che stanno tenendo in piedi il sistema Paese. Non è il momento di fare i furbi mettendo a repentaglio la salute delle persone". Così, in una nota, i segretari generali di Cgil Cisl e Uil del Lazio Michele Azzola, Enrico Coppotelli e Alberto Civica.

"Ci stiamo riferendo – spiegano i sindacalisti – a tutte quelle aziende che alle nostre rappresentanze vanno a dire che quanto deciso il 22 e il 25 marzo da governo e parti sociali non cambierebbe nulla rispetto alla situazione precedente. Non è così: proprio in questa settimana, considerata unanimemente fondamentale per il contenimento del virus nella regione Lazio, occorre fare uno sforzo generale per non disperdere l’impegno collettivo profuso nelle scorse settimane. I numeri divulgati dalle autorità sanitarie degli ultimi giorni premiano questo impegno e non è certo il momento di fare passi indietro".

In tutte le cinque province della regione, aggiungono, "siamo in contatto con le prefetture, che stanno operando (al netto delle scarse risorse umane a disposizione) per fare fronte a migliaia di autocertificazioni, arrivate nell’ultima settimana, di attività palesemente fuori dai codici Ateco autorizzati dal governo. Attività sicuramente non essenziali e che stanno creando un pericoloso ingorgo. Per quanto ci riguarda stiamo segnalando le aziende che operano in contrasto con i provvedimenti del governo. Le prefetture devono disporne la chiusura. Chiediamo responsabilità sia alle aziende  che alle associazioni datoriali, onde preservare il punto di equilibrio trovato in sede governativa. Se questo non dovesse verificarsi, intraprenderemo tutte le azioni necessarie a tutela dei lavoratori e dei loro nuclei familiari. Non possono essere questi ultimi a pagare mentre l’intero Paese si appresta alla proroga delle misure contenitive oltre il 3 aprile".

A Cgil, Cisl e Uil, inoltre, risulta che molte aziende stanno operando senza rispettare il protocollo su salute e sicurezza del 14 marzo in merito ai dispositivi di protezione e alle distanze di sicurezza: "Stiamo segnalando puntualmente agli organismi ispettivi situazioni molto pericolose e che rischiano di esporre lavoratori (e le loro famiglie) al contagio. Su questo punto ci sembra evidente che occorra estendere ai luoghi di lavoro il sistema di vigilanza utilizzato per evitare assembramenti nelle strade. Questo per non creare ingiustificabili zone franche. Stiamo sollecitando la Regione Lazio anche a intraprendere sul tema iniziative congiunte".