Anche in Brianza i numeri stanno segnalando un incremento importante di casi Covid19. In dieci giorni sono più che quadruplicati, passando dai 500 casi del 18 marzo ai 2200 del 28 marzo. Nell’ultimo mese le strutture ospedaliere pubbliche e private hanno moltiplicato le disponibilità di letti e di postazioni in terapia intensiva per ricevere pazienti anche da altre province lombarde, a partire da Bergamo. Un incremento di casi si registra anche tra i lavoratori del sistema sanitario, persino nelle sedi territoriali e nelle diverse funzioni amministrative. 

Questa emergenza ha reso evidenti tutti i limiti del sistema sanitario della Lombardia, a partire dalla debolezza della rete territoriale” commenta Walter Palvarini, segretario della Cgil della Brianza. “Verrà il momento per fare una riflessione approfondita. Adesso serve grande senso di responsabilità e un enorme sforzo collettivo per ridurre rapidamente il numero dei contagiati per aiutare lo stesso sistema sanitario a reggere”, aggiunge Palvarini. Il sindacato si sta muovendo in questa direzione, spiega Gabriele Volpe della Uil provinciale, “chiedendo anche la sospensione di molte attività produttive: una scelta che pesa molto, ma è necessaria”.

Tutti gli operatori sanitari sono chiamati ad un impegno straordinario ed eccezionale - prosegue ancora Palvarini -, in un contesto generale di emergenza, ma anche di confusione e mancanza di certezze. Mai come ora è necessaria chiarezza nelle procedure anche all’interno delle singole aziende sanitarie, serve capacità di coordinamento a tutti i livelli e occorre una attenzione particolare al coinvolgimento dei lavoratori. A volte basterebbe persino un po’ più di ascolto nei loro confronti”. Mentre Mirco Scaccabarozzi, segretario Cisl Brianza, ricorda che “coloro che stanno lavorando in sanità, in particolare nei luoghi più esposti al contagio, sono lavoratori che, nonostante le condizioni e l’enorme carico di fatica fisica e di stress psicologico in cui si trovano, stanno dimostrando tutta la professionalità che abbiamo molte volte rivendicato e difeso”.

In particolare per la situazione di alcune strutture nelle quali le relazioni sindacali non sono affatto positive, "i lavoratori si stanno rivolgendo a noi per ogni cosa, persino per sapere come muoversi se hanno sintomi compatibili - informano Cgil, Cisl e Uil -. Vuol dire che qualcosa non va anche nelle diverse attività di coordinamento interne ad alcune aziende e le rappresentanze sindacali fanno davvero fatica a dare una mano. Serve maggiore informazione, maggiore coinvolgimento, maggiore trasparenza”.

“È importante non lasciarli soli. Basta con questa retorica degli eroi - questo l'appello di Tania Goldonetto segretaria generale della Funzione pubblica della Cgil Brianza -. Chi lavora in sanità ha bisogno subito di protezione, di indicazioni chiare e di garanzie per sé e per gli altri. Se un’infermiera veste le protezioni per un turno intero, senza staccare mai, per paura che svestirsi significhi non avere un numero di cambi sufficienti nella disponibilità di tute e calzari e mascherine, quello che le serve non è la retorica”. Un allarme condiviso da Lucia Pezzuto della segreteria Cisl Fp territoriale: “se dopo settimane passate a chiedere adeguati strumenti di protezione e tamponi scopriamo che Regione Lombardia risolve il problema della responsabilità penale di un eventuale contagio chiedendo un’autocertificazione al singolo dipendente sul proprio stato di salute, non si può parlare di tutela di medici, infermieri, sindacati, tecnici, amministrativi da parte del proprio datore di lavoro”. “Un’ordinanza regionale prevede la tempestiva misurazione della temperatura all’inizio e alla fine del turno. Ci risulta che neanche questa misura, che pure riteniamo insufficiente, sia stata disposta in modo uniforme e organizzato” sostiene Massimo Bernabè della Uil Fpl.

È fondamentale fare presto, dicono i sindacalisti, sostenendo come sia “necessario che venga reso immediatamente operativo il protocollo firmato il 24 marzo con il governo (dopo i ripetuti interventi sindacali nei confronti di Regione Lombardia e dello stesso governo) che prevede nuove assunzioni per adeguare gli organici e garantisce a tutto il personale maggiori standard di protezione, assicurando anche l’effettuazione dei necessari test diagnostici, ripetuti nel tempo”.