“Care lavoratrici e cari lavoratori, abbiamo la necessità di illustrarvi nel dettaglio quali sono state le motivazioni che ci hanno portato a proclamare per l’intera giornata di lunedì 23 marzo otto ore di sciopero”. Inizia così la lettera scritta dalla segreteria Filctem Cgil Venezia a proposito delle direttive imposte dal presidente del Consiglio sulle attività ritenute indispensabili per il Paese. “Nel leggere attentamente il decreto abbiamo notato che la produzione che si fa in Safilo non è più ritenuta strategica. Abbiamo provato in tutti i modi a convincere l’azienda che in questo momento bisognava pensare a salvaguardare l’integrità fisica e mentale del lavoratore sospendendo l’attività già a partire dalla giornata di lunedì, usando le misure per il sostegno al reddito. Troviamo inaccettabile la mancanza di sensibilità dimostrata nel rispondere a un’emergenza nazionale che vede in costante aumento i contagi da Covid-19”.

“Mentre le istituzioni invitano i cittadini a rimanere in casa, il sindacato si è reso conto, precisa la nota di Filctem, che l’azienda pone il profitto prima della salvaguardia del lavoratore. Da lì, la necessità di intervenire e denunciare quanto stava accadendo. Sarebbe stato bello se l’azienda, invece di pretendere di produrre occhiali per le grandi griffe, avesse deciso di produrre accessori utili in ambienti ospedalieri (occhiali protettivi o visiere): vista l’emergenza sanitaria che si sta presentando, avremmo sicuramente dato il nostro contributo nel continuare a produrre, ma sarebbe stato pretendere troppo per chi oggi punta solamente al profitto. Il protrarsi della ‘normale’ funzionalità aziendale e produttiva può costituire una pericolosa veicolazione del virus, prescindendo dalle misure di protezione e dalla disinfestazione già adottate dall’azienda, anche con la nostra firma”.