Rassegna Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams, il settore che voi rappresentate è in prima linea su tutti i fronti nella pandemia. Partiamo dai lavoratori, quelli di turismo, servizi e commercio. Cosa chiede il loro sindacato in questi giorni?

Gabrielli Noi chiediamo anzitutto sicurezza. E poi, di limitare il grande stress lavorativo, a partire dal commercio alimentare. Purtroppo, però, dico subito che abbiamo grandi timori anche per il reddito dei lavoratori nel prossimo futuro. Quindi, in estrema sintesi, dobbiamo affrontare oggi l’emergenza inedita con il senso di responsabilità che stanno dimostrando le lavoratrici e i lavoratori e, nello stesso tempo, pensare da subito a come non lasciare indietro nessuno nei mesi a venire. 

Rassegna Il crollo dell’occupazione sembra inevitabile. Che notizie avete su questo fronte?

Gabrielli Purtroppo è così. Stiamo precipitando in una condizione che ci ricorda molto da vicino la grande crisi del 2009. Più o meno ogni giorno ci arrivano centinaia e centinaia di richieste di accesso agli ammortizzatori sociali. Molte aziende stanno temporaneamente chiudendo o lavorano a regime molto ridotto. Perciò vorrei sottolineare che le lavoratrici e i lavoratori che noi rappresentiamo, che già faticano ad avere visibilità, oggi si meritano tutto il rispetto e il riconoscimento del loro grande impegno: stanno contribuendo a mantenere attivo il Paese con responsabilità e sacrificio e quando ne usciremo, perché ne usciremo, nessuno dovrà perdere memoria di questo.

Rassegna Tra quelli in prima linea, si diceva, ci sono gli addetti del commercio nel settore alimentare che stanno denunciando situazioni al limite. Come vi state muovendo su questo? 

Gabrielli Abbiamo chiesto al governo di limitare le aperture dei supermercati riducendo il nastro orario a 12 ore al giorno e prevedendo la chiusura totale la domenica. Questo ci consentirebbe da una parte di garantire giustamente gli approvvigionamenti alimentari e dall’altra di rispondere ai bisogni di lavoratori in condizione fortemente disagiate. Conte sinora non ha risposto, neanche al nostro sollecito. Ma un ulteriore intervento a livello nazionale è davvero indispensabile perché stiamo già vedendo troppe differenze sul territorio. Ci sono aziende che hanno raccolto le nostre richieste e altre che invece continuano come prima, sembrano irremovibili: senza regole, possono restare aperte 24 ore su 24 e non mi sembra una fase in cui possiamo seguire la logica della concorrenza di mercato. In alcuni casi sono già intervenute ordinanze da parte di singole Regioni per ridurre gli orari settimanali.  Da parte nostra, continueremo a chiedere un intervento al presidente del Consiglio. Intanto nei territori ci stiamo muovendo per fare pressioni con i governatori, i sindaci e i prefetti. Il nostro obiettivo prioritario resta la sicurezza delle persone che lavorano a partire dall’attuazione del protocollo del 14 marzo. Una maggiore sostenibilità, in questa fase, delle prestazioni di lavoro è un punto centrale, penso anche alla situazione negli autogrill.

Rassegna Qui al giornale stiamo raccogliendo molte testimonianze di lavoratori in difficoltà. Oltre al commercio, di cui abbiamo detto, come se la passano gli altri comparti seguiti dalla Filcams?

Gabrielli Beh, ci sono i farmacisti, tutti sappiamo del loro lavoro straordinario. E poi le lavoratrici delle pulizie negli ospedali, impegnate fianco a fianco con il personale medico e infermieristico. Anche in questo caso stiamo denunciando la mancanza dei dispositivi di protezione individuale. Per non parlare di colf e badanti, della vigilanza privata, del commercio “no food”, cioè abbigliamento, accessori, elettronica di consumo, o delle mense scolastiche già in fermo lavorativo da settimane. Tutto il mondo dei servizi, del turismo e del commercio continua a lavorare con grandi problemi da risolvere. 

Rassegna Hai citato il turismo e allora viene in mente anche cosa succederà nei prossimi mesi. Quali saranno le conseguenze per un motore così importante della nostra economia? Possiamo azzardare qualche previsione?

Gabrielli La filiera del turismo è già tra le più colpite da questo virus, anche perché condizionata fortemente dal contesto internazionale. Registriamo la chiusura di quasi tutti gli alberghi, le disdette e le mancate prenotazioni che arrivano fino a settembre. Sono a rischio eventi come “Parma 2020”, che poteva essere una grande occasione, tutte le fiere, è bloccata anche l’Alta moda a Milano, la convegnistica. Il sistema in questo momento è davvero in difficoltà. Sappiamo che ci vorrà moltissimo tempo per assorbire gli effetti. Voglio ricordare ancora una volta che il turismo contribuisce a quasi il 13 per cento del nostro Pil. Tra i lavoratori fissi e gli stagionali stiamo parlando di oltre un milione di persone. Perciò il governo, dopo questa prima manovra di emergenza, dovrà considerare la filiera del turismo come una filiera economica speciale sulla quale intervenire nel  medio-lungo periodo. Su questo il Paese deve fare un investimento forte in una logica di sistema che dia prospettiva, cosa che negli anni passati, tranne qualche eccezione come il tentativo del Piano strategico nazionale del turismo, non è stata mai fatta.