Ripartono oggi (lunedì 16 marzo), anche se soltanto al 60 per cento, le attività produttive negli impianti di Acque Minerali d’Italia. La società, titolare di marchi importanti (come Sangemini, Fabia, Norda, Gaudianello) e presente in più regioni (Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Umbria e Veneto), per complessivi 400 dipendenti, è attualmente interessata da una procedura di concordato preventivo, ratificato con decreto del Tribunale di Milano il 13 marzo scorso. Adesso il gruppo ha tempo fino al 18 giugno prossimo per presentare il piano di ristrutturazione del debito e di rilancio imprenditoriale, con la previsione dell’ingresso di nuovi investitori.

“Il ricorso al concordato in bianco consentirà la continuità aziendale e la continuità occupazionale in tutte le aziende del gruppo”, spiegano Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil: “Il ricorso a questo strumento si è reso necessario per permettere la ristrutturazione del debito e la conseguente ripartenza, con la presentazione di un piano di rilancio complessivo nei prossimi 120 giorni”. I sindacati rilevano che “la scelta di ricorrere a procedure concorsuali da parte della proprietà è necessaria proprio perché vi è una volontà dichiarata di non voler chiudere nessuno stabilimento in Italia, tanto meno di procedere a riduzioni di personale”.

Giovedì 12 marzo scorso, intanto, presso la sede romana del ministero dello Sviluppo economico, si è tenuto il tavolo di crisi sulla società. “Ci è stato ribadito che stanno proseguendo le interlocuzioni con player importanti del settore, ma non ci sono state fornite ulteriori informazioni perché vincolate dal patto di riservatezza”, hanno illustrato Flai, Fai e Uila: “Abbiamo ribadito la necessità di avere nel tempo più breve possibile un piano industriale sul quale confrontarci, avendo chiaro l'obiettivo della salvaguardia di tutti i siti produttivi e l'occupazione”.

(mt)