"Ricomporre il tessuto della rappresentanza sociale di questa città, con una presenza anche fisica della Cgil nei quartieri e nei comuni della città metropolitana e riconnettere il lavoro, frammentato dalla disarticolazione dei cicli produttivi". Così il segretario generale della Cgil Napoli, Walter Schiavella, spiega i motivi che hanno portato la Camera del lavoro ad aprire una nuova sede all'interno del porto, nel quadro del piano di reinsediamento approvato dall'ultimo congresso, che punta a rafforzare "la presenza della Cgil sul territorio e nella complessità del tessuto sociale di questa grande area metropolitana".
 
"Intendiamo costruire, interfacciandoci con tutte le reti sociali già presenti sul territorio, in una logica non esclusiva e non egemonica, ma assolutamente paritaria e collaborativa – ha sottolineato il dirigente sindacale – quelle relazioni necessarie ad acquisire le conoscenze utili a costruire piattaforme e, su di esse, rappresentanza e contrattazione sociale. Vogliamo essere uno dei soggetti che aiuta a ricomporre una rete di rappresentanza sociale, che aumenti gli spazi di partecipazione e di aggregazione, per migliorare, attraverso la contrattazione territoriale e sociale, le condizioni di chi lavora e vive in questa città. La piattaforma sulla quale il 3 ottobre dello scorso anno abbiamo realizzato lo sciopero generale è quella che ci guida nell'azione negoziale".
 
"Vogliamo essere parte di un processo di rinascita della periferia urbana e delle tante altre periferie di Napoli – ha precisato il sindacalista –. Tutto è supportato dalla presenza dei nostri servizi di tutela individuale che abbiamo riorganizzato. Le quattro zone in cui la Cgil ha suddiviso la città metropolitana, avranno la loro autonomia organizzativa e negoziale, anche attraverso l'azione di direzione che quattro nostri dirigenti, che sono stati nominati responsabili, dovranno svolgere a partire dalle prossime settimane, con iniziative di presentazione e l'avvio di una fase di contrattazione territoriale e sociale articolata". 
 
"Nel corso degli anni – ha precisato il responsabile organizzativo della Cgil partenopea, Giuseppe Metitiero –, è cambiato l'assetto socio-economico e istituzionale del territorio. Abbiamo voluto coniugare la continuità morfologica delle varie zone con il relativo assetto produttivo, tenendo conto anche dei distretti sanitari e degli ambiti dei piani di zona, con particolare attenzione, oltre alla normale attività vertenziale delle categorie, ai servizi della nostra tutela individuale, cioè all'opera di patronati, Caaf, uffici vertenze, che per noi è anche un modo per analizzare i fabbisogni di ogni zona e avviare una contrattazione territoriale che sia consapevole e rispondente ai bisogni di lavoratori e cittadini".
 
Gli appuntamenti che sanciranno l’avvio di questa nuova fase di realizzazione del piano di reinsediamento coinvolgeranno vari territori nei prossimi giorni e saranno anche un’occasione per presentare le sedi territoriali della Cgil: il 9 marzo, a Giugliano, si discuterà di "Lavoro, legalità e sviluppo", il 23 marzo, a Torre del Greco, di "Artigianato locale e ricadute occupazionali, il 27 marzo, a Castellammare di Stabia, si parlerà di "Industria e ambiente: il caso del fiume Sarno" e il 31 marzo, a Pomigliano d'Arco, ci sarà un incontro su "Industria e territorio tra grandi assetti industriali, indotto e infrastrutture".