Appalti emittenza televisiva: scioperano per l’intero turno i lavoratori e le lavoratrici di Dng-Mediaset (Digital news gathering). La protesta è contro i licenziamenti annunciati dall’azienda stessa, in seguito al blocco della trattativa per il rinnovo del contratto di appalto con Mediaset. L’agitazione è stata proclamata dalle segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.

In occasione dello sciopero, si terrà un presidio, dalle 11 alle 16, sul piazzale antistante l’ingresso del centro di produzione Mediaset a Cologno Monzese, in viale Europa 44, per denunciare, “oltre al malcontento relativo agli ennesimi licenziamenti annunciati, anche la precarizzazione del lavoro, l’aumento della mole delle attività e il taglio delle retribuzioni negli appalti del broadcast”, si legge in una nota unitaria.

Nelle settimane scorse sindacati avevano giudicato irricevibili le proposte della controparte: licenziare per poi trasformare una parte del personale con contratto a tempo indeterminato di Dng in lavoratori a chiamata e/o licenziare per riassorbire, eventualmente, una parte dei lavoratori un uno spezzatino di micro-imprese appaltatrici. Una proposta, si legge in una nota della Slc Cgil, “ improponibile in quanto non vi è una riduzione del volume di attività né un impatto determinante di tecnologie a risparmio di lavoro: vige invece un disegno di estrema precarizzazione e di abbattimento delle retribuzioni e dei diritti che sta prendendo corpo nel settore del broadcast”.

Anche la situazione dei giornalisti in Mediaset presenta forti problematicità. L'azienda ha fissato per l'11 novembre i trasferimenti dei giornalisti della redazione romana a Milano. "Con l’invio delle lettere di trasferimento, l’azienda ha di fatto interrotto il confronto fino ad allora in corso con la rappresentanza sindacale", si legge in una nota dell'Associazione stampa romana. Che prosegue: "La disponibilità manifestata dall’azienda a riprendere il confronto deve, dunque, a nostro avviso concretizzarsi con il blocco dei trasferimenti operativi a far data dall’11 novembre. D’altronde l’azienda di fronte alle Istituzioni, incluso il sottosegretario Manzella, ha ribadito la volontà di non interrompere le relazioni sindacali".

Tornando al tema dello sciopero, quella che sta attraversando il mondo degli appalti nel broadast – e che riguarda, per semplificare, tutti gli operatori che rendono possibili riprese, montaggio e dirette di servizi giornalistici – è una vera e propria tempesta dovuta solo in minima parte alla rivoluzione tecnologica in atto e invece, soprattutto, alla concorrenza al massimo ribasso che scarica i costi sui lavoratori meno tutelati. Le aziende giustificano i tagli con, appunto, motivazioni tecniche: l’uso dei cosiddetti “zainetti” per riprese e montaggio al posto di macchinari maggiormente complessi e che richiedono più personale, come gli Ob Van Full Hd (cioè le regie mobili) o le stazioni mobili satellitari (le Fly). Motivazioni che i sindacati e i lavoratori rigettano con forza.

Stessa sorte, infatti, è toccata anche ai 46 lavoratori di Videobank in appalto per Sky, che sono stati già licenziati e che hanno protestato con un presidio il 4 ottobre a Rogoredo sul piazzale antistante Sky a Rogoredo (Milano), presidio a cui avevano preso parte anche i lavoratori di Dng, proprio a dimostrare che la partita in atto è complessiva. E oggi gli stessi lavoratori di Videobank prendono parte alla protesta dei dipendenti Dng. Da sottolineare il fatto che sia i lavoratori Dng sia quelli di Videobank sono stati negli anni scorsi esternalizzati da Mediaset e Sky, senza che finora sia stato possibile, in queste vicende, riuscire a far valere un principio di responsabilità nelle aziende prima titolari e poi appaltanti di questi stessi lavori.